Lotta alle alghe, non sarà una guerra lampo

di Giuseppe Zani
Un prelievo di Vallisneria Spiralis nel Sebino: un’alga da eradicare
Un prelievo di Vallisneria Spiralis nel Sebino: un’alga da eradicare
Un prelievo di Vallisneria Spiralis nel Sebino: un’alga da eradicare
Un prelievo di Vallisneria Spiralis nel Sebino: un’alga da eradicare

Bene che vada, l’eradicazione dell’alga Vallisneria Spiralis nel Basso Sebino slitta alla fine del 2018. L’unico periodo in cui l’intervento è fattibile va infatti da ottobre a metà dicembre, quando comincia la fregola del coregone. Adesso è il momento di individuare modi, luoghi, limiti e date. IN ALTRE PAROLE, si tratta, prima di passare all’azione, di stendere un «Piano di gestione e sfalcio delle macrofite del lago d’Iseo». Già il bando di gara in corso di perfezionamento contiene una serie di indicazioni circa i criteri per elaborare la strategia d’intervento. Infatti, anche se l’eradicazione delle piante acquatiche dai fondali sebini è stata più volte sperimentata in passato, il lago è un ecosistema molto delicato e non può correre rischi. Per giunta, si sa che contrastare la proliferazione della Vallisneria Spiralis, per far posto alla Chara Fragilis, un’alga bassa e muschiosa che è la nursery ideale per gli avannotti di pesce, sarà comunque un processo che richiederà anni. I professionisti incaricati, dunque, dovranno in primo luogo ricostruire l’evoluzione nel tempo della copertura vegetale dei fondali lacustri, mappare la sua presenza e individuare i principali fattori che ne influenzano i tassi di crescita. Dovranno inoltre studiare in che modo e in che misura la vegetazione sommersa incida sulla trasparenza e l’ossigenazione delle acque, oltre che sull’abbattimento di nutrienti e metalli pesanti, ma anche valutare il ruolo che gli habitat formati dalla Vallisneria Spiralis svolgono come siti di riproduzione e nursery della fauna ittica, anche di interesse commerciale. Infine, dovranno illustrare gli obiettivi e le modalità di intervento per il lago d’Iseo. PER STENDERE il piano e attivarlo la Regione s’è impegnata a stanziare 100 mila euro nel 2018 e 50 mila nel 2019. Tocca alla Provincia di Bergamo, secondo l’accordo siglato a gennaio, affidare l’incarico per questi studi preparatori. Da Bergamo la bozza del bando è arrivata in questi giorni a Sarnico, all’Autorità di bacino, per le eventuali correzioni. «La procedura di appalto sarà relativamente veloce- assicura Giuseppe Tobias Faccanoni, presidente dell’Autorità di bacino lacuale-. Nei prossimi mesi i professionisti incaricati dovranno valutare l’estensione delle praterie di macrofite acquatiche che si sviluppano principalmente nella parte meridionale del lago e mettere nero su bianco che cosa fare e, soprattutto, che cosa si deve evitare». •

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