La Fiera del vino
deve bere
l’«amaro calice»

di Alessandro Gatta
Il bicchiere ufficiale della Fiera: sembra di vetro, ma è di  plastica
Il bicchiere ufficiale della Fiera: sembra di vetro, ma è di plastica
Il bicchiere ufficiale della Fiera: sembra di vetro, ma è di  plastica
Il bicchiere ufficiale della Fiera: sembra di vetro, ma è di plastica

«Alla Fiera di Polpenazze brindan tutti bicchieri e tazze», cantava il gioioso inno del maestro Favalli dedicato a una sagra del vino tra le più belle e longeve, dal 25 maggio alla 69esima edizione. Ma quest’anno proprio i bicchieri fanno discutere: saranno rigorosamente di plastica, in obbedienza alle nuove norme nazionali di sicurezza sugli «eventi di massa». E la plastica non è un materiale ecologico, anzi: la sovrabbondanza di rifiuti in plastica è una piaga mondiale. Ecco allora la protesta del Wwf di Brescia e Bergamo: «In un mondo in cui la lotta ai rifiuti plastici ha tanto cammino da fare, e si comincia a capire che riciclare non basta, per la prima volta a Polpenazze saranno distribuiti solo bicchieri in plastica».

LO HA ORDINATO il Prefetto, che a sua volta deve fare applicare la normativa a cui gli organizzatori della Fiera hanno dovuto conformarsi: «Polpenazze è una comunità con una radicata coscienza ecologica, dove la differenziata è vicina all’80%. Ma la necessità di questi bicchieri ci è stata imposta dal Prefetto per motivi di sicurezza - spiega Massimo Corazza, consigliere comunale e coordinatore della Fiera -. Vietato il vetro, il nostro problema era trovare un bicchiere adatto alla degustazione del vino, che non rilasci un sapore di plastica. Ci siamo informati, siamo andati da una ditta specializzata e abbiamo richiesto un bicchiere adatto, anche rispettando le aspettative delle cantine». Una situazione antipatica anche per gli organizzatori, che l’hanno risolta come meglio hanno potuto: «Il nuovo bicchiere - spiega Corazza - è fatto di tritan, materiale privo di bisfenolo, al 100% riciclabile, infrangibile, lavabile in lavastoviglie e adatto al frigorifero. Averlo ci è costato anche uno sforzo economico non indifferente».

IL WWF risponde che il materiale non è però biodegradabile. E non se la prende con la Fiera, ma con chi le ha imposto questa scelta, visti i quantitativi di plastica che saranno messi in circolazione: «Lo scorso anno la Fiera ha contato 45 mila presenze e questa edizione non sarà da meno, perciò si possono stimare almeno 45 mila nuovi bicchieri di plastica: bellissimi, ma non biodegradabili. La prossima volta - conclude il Wwf - la Prefettura dovrebbe guardare oltre alla sicurezza anche l’uso di materiali ecocompatibili. Bisogna smettere di produrre plastica». La prossima volta. Ma adesso? Spiega il coordinatore della Fiera, Massimo Corazza: «Il bicchiere non sarà regalato, ma in vendita a 6 euro: già questo limiterà i quantitativi. Inoltre chi lo compra lo può portare a casa e riutilizzare. Ci appelliamo al senso civico delle persone: invitiamo tutti a non buttarlo, a conservarlo e usarlo anche a casa, perché è fatto apposta». Un mondo senza plastica, intanto, resta un obbiettivo in prospettiva. Ma deve pensarci chi scrive le norme. Non chi può solo subirle.

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