L’idroelettrico fermo un giro:
le turbine restano all’asciutto

di Giancarlo Chiari
Allo sbarramento di Sarnico il livello ha toccato meno 16 centimetri sullo zero idrometrico
Allo sbarramento di Sarnico il livello ha toccato meno 16 centimetri sullo zero idrometrico
Allo sbarramento di Sarnico il livello ha toccato meno 16 centimetri sullo zero idrometrico
Allo sbarramento di Sarnico il livello ha toccato meno 16 centimetri sullo zero idrometrico

Una primavera poco piovosa, poi un’estate asciutta e ora due mesi autunnali che non hanno affatto portato la tanto attesa acqua, e così suona forte il campanello di allarme per il lago d’Iseo. Alla diga di Sarnico, che dal 1933 regola la quantità d’acqua in uscita il livello dell’idrometro segna un meno 16,2 centimetri dallo zero.

«Non possiamo fare altro che sperare» allarga le braccia l’ingegner Massimo Buizza, da oltre trent’anni responsabile del consorzio proprietario della diga e riepiloga: «A settembre non ha quasi piovuto, a ottobre pochissimo e novembre non ha segnato l’attesa inversione di tendenza. La pioggia dei giorni scorsi è stata assorbita in gran parte dal terreno, in montagna è caduta la neve ma certo non basta. Per fortuna la stagione irrigua è finita, in sofferenza è andato invece il settore idroelettrico, alcuni operatori per le scarse portate del fiume hanno dovuto fermare le centrali, azzerando per quel periodo la produzione».

Il direttore della diga, profondo conoscitore della sua storia, osserva: «Guardiamo il cielo e speriamo che nevichi in montagna e piova, occorre un’inversione di tendenza: come consorzio possiamo fare ben poco se non cambia il ciclo. In montagna i bacini sono ora al 50 per cento e se non cambia ci saranno problemi per il prossimo anno». Il consorzio sta centellinando l’acqua, cercando di conciliare il limite di regolazione regionale per salvaguardare il bacino e le esigenze delle centrali idroelettriche che peraltro producono energia pulita, fondamentale per la salute dell’aria. La diga rilascia 23,8 mc al secondo con un afflusso di 27 mc, e un riempimento del lago del 10 per cento che si avvicina al limite di regolazione. Gli effetti si vedono dal lungolago di Paratico e di Sarnico: il ponte che unisce le due località lascia vedere le pile cilindriche in cemento armato, il bosco dei tassodi lascia intravedere poca acqua tra le radici degli alberi. A valle della diga, in località Fosio, l’acqua che esce copre di pochi centimetri il letto dell’Oglio. Sul lago la navigazione per ora non ha grandi problemi anche perchè viaggi a ritmi ridotti. Anche se a Clusane i battelli hanno un solo punto di imbarco proprio per i bassi livelli.

Suggerimenti