Il Monastero diventa un campo di battaglia

di Fausto Scolari
Il magnifico colpo d’occhio di San Pietro in Lamosa dalle torbiere
Il magnifico colpo d’occhio di San Pietro in Lamosa dalle torbiere
Il magnifico colpo d’occhio di San Pietro in Lamosa dalle torbiere
Il magnifico colpo d’occhio di San Pietro in Lamosa dalle torbiere

Bando o non bando? Dubbio amletico per decidere il futuro della gestione della parte pubblica, quella di proprietà comunale, del Monastero di san Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo. IN BILICO non c’è ovviamente la parte già privata del magnifico complesso, che privata resterà, ma quella che il Comune diede a suo tempo in gestione alla Fondazione, fra l’altro partecipata dallo stesso Comune, e che sarà messa a bando, con una richiesta di manifestazioni di interesse che avrebbe già ricevuto una dozzina di risposte da aziende vinicole, ma anche associazioni non lucrative. La maggioranza pare improntata ad emettere un bando: non intendendo prorogare la concessione (in scadenza) alla Fondazione san Pietro in Lamosa, ente che l’ha gestito per decenni, ha fatto emettere un avviso pubblico per reperire manifestazioni di interesse alla nuova concessione, ottenendo come detto 12 risposte. OPPOSTO invece il parere delle due minoranze («Bene Comune» e «Provaglio Provezze e Fantecolo»), che hanno presentato un’interrogazione al sindaco e alla giunta. Chiedono «il motivo per il quale l’Amministrazione comunale ha l’intenzione di seguire la strada del bando invece che continuare ad avvalersi della Fondazione San Pietro in Lamosa, anche per non dilapidare il patrimonio di conoscenze, competenze e passione, costruito in tanti anni di attività e custodito dai suoi volontari». La querelle è aperta. Da parte sua la maggioranza ha risposto con una lunga replica: «L’Amministrazione comunale, in un’ottica di buon senso e legalità - è la risposta - ha ritenuto di mettere a bando quei locali che per maggior utilizzo costante quotidiano, per servizi offerti alla cittadinanza, sicurezza, contesti sociali particolari e la presenza di diversi interessi di differenti operatori, potranno essere gestiti con maggiore possibilità di controllo». POI LA PARTE «POLEMICA» della replica della maggioranza: «Avete chiesto che fine farà il Monastero? State tranquilli. Il Monastero esiste da mille anni, ha visto passare diversi cicli della storia, diverse gestioni e diverse proprietà. Ha avuto sicuramente momenti di ricchezza, di povertà, di abbandono e rinascita. È stato luogo di preghiera, di affari ma anche stalla e magazzino - ricorda l’Amministrazione comunale -. Nonostante tutto questo il Monastero è lì nella sua interezza, e quando si presenta ogni tanto qualche acciacco strutturale, prontamente si interviene per non peggiorare la situazione». E infine: «La questione vera - secondo la maggioranza -è capire quali sono le volontà reali di collaborazione e confronto che si vogliono mettere in atto tra l’ente proprietario dei locali del monastero, ovvero i cittadini rappresentati dal Comune, o i fedeli rappresentati dalla Parrocchia, e chi avrà il merito e la capacità di credere nella gestione vincendo il bando». •

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