Guardie ecologiche, i custodi dell’ambiente

di Giuseppe Zani
Un’immagine di una delle campagne di censimento delle rondini
Un’immagine di una delle campagne di censimento delle rondini
Un’immagine di una delle campagne di censimento delle rondini
Un’immagine di una delle campagne di censimento delle rondini

Rospi, rondini e macroinvertebrati: sono i tre ambiti di intervento nei quali più si sono impegnate le Guardie ecologiche volontarie (Gev) della Comunità montana del Sebino bresciano. Il gruppo di vigilanza ecologica compie stavolta 40 anni di attività ed è composto da 16 membri effettivi e 4 onorari, tutti piuttosto attempati. «Serve linfa nuova», dice l’assessore comunitario all’Ambiente, Marco Ghitti, nell’annunciare l’intenzione di organizzare un nuovo corso per aspiranti Gev. L’INVITO a pre-iscriversi, al fine di raggiungere un numero minimo di 40 partecipanti, coincide con l’inizio della migrazione dei rospi bufo bufo, sul confine tra Clusane d’Iseo e Paratico. «Giovedì il primo in avanscoperta, venerdì già qualcuno di più, stasera, sabato, con la pioggia, dovrebbero attaccare!», ha postato ieri su Facebook Alberto Gatti, esponente di spicco dell’associazione Monte Alto, chiamando alla mobilitazione i suoi abituali collaboratori e le Gev dell’ente comprensoriale sebino. Non è la sola campagna di salvataggio, si diceva, nella quale si sono distinte le Gev sebine: per un paio di lustri hanno studiato le comunità di macroinvertebrati che colonizzano sette torrenti situati tra Pisogne e Ome, al fine di valutarne e preservarne la qualità delle acque, e per qualche anno, sino al 2015, hanno collaborato con l’Università Bicocca e il ricercatore Roberto Ambrosini alla realizzazione del progetto regionale «Aiutiamo le rondini!». Le rondini, si sa, sono un indicatore del grado di biodiversità presente in un’area. «Da noi, fra Sebino e Franciacorta, l’insediamento delle rondini è risultato stabile», assicura Giuseppe Nalli, coordinatore delle Gev in argomento. Quanto ai rospi, il loro numero, da quando è iniziata l’«operazione Bufo bufo», che vede schierate in prima linea Gev e associazione Monte Alto, ha registrato, tranne che nel 2016, una progressione continua: nel 2012 erano solo 571 gli esemplari intercettati, tra discesa nel lago e risalita nel bosco; sono stati invece ben 2.420 nel 2017. «Il senso civico, se si guarda anche solo ai sacchetti dell’immondizia abbandonati lungo le strade, è decisamente in regresso - aggiunge l’assessore Ghitti-. Abbiamo perciò la necessità, anche per ragioni anagrafiche, di integrare e irrobustire l’organico attuale delle Gev». Il territorio di competenza è particolarmente delicato, perché comprende la riserva naturale delle Torbiere, le Piramidi di erosione di Zone, e Montisola e il monte Gölem, due «aree di particolare rilevanza ambientale». Le Gev, munite di distintivo e tesserino rilasciati dal Pirellone, svolgono anche funzioni educative, nelle scuole, e in occasione di visite guidate. Hanno il dovere di prestare almeno 14 ore mensili di servizio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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