Firme e coro di proteste «Ridateci il campetto»

di Paolo Tedeschi
La raccolta di firme in difesa del campo di basketIl presidio di protesta ieri pomerigio al campetto di basket nel parco Marcolini di Coccaglio
La raccolta di firme in difesa del campo di basketIl presidio di protesta ieri pomerigio al campetto di basket nel parco Marcolini di Coccaglio
La raccolta di firme in difesa del campo di basketIl presidio di protesta ieri pomerigio al campetto di basket nel parco Marcolini di Coccaglio
La raccolta di firme in difesa del campo di basketIl presidio di protesta ieri pomerigio al campetto di basket nel parco Marcolini di Coccaglio

Abbracci, pacche sulle spalle, sorrisi e tanti palleggi nonostante i canestri dell’amatisssimo campetto da basket non ci siano più, smobilitato dal Comune dopo le lamentele dei residenti. Più che una minacciosa raccolta di firme (ieri pomeriggio ne sono state segnate circa 350) al campetto Marcolini è stata una giornata di festa in difesa del rettangolo di gioco. C’ERANO VENTENNI, ma anche trentenni, quarantenni, anziani e bambini, non solo coccagliesi ma anche clarensi, di altri paesi del Sebino e della Franciacorta e anche di Brescia. Tutti accomunati dall’amore per questo vecchio e ormai ammalorato campetto realizzato una ventina d’anni fa «ma unico al mondo». «Ho iniziato a giocare proprio qui tanti anni fa, non si può chiuderlo così» lamenta il 55enne coccagliese Enrico Lenza. Tra loro anche il direttore tecnico del Basket Coccaglio Max Pagani, Stefano Facchinetti, Vladimir Bobic e anche esponenti di centrosinistra come Filippo Filippini, l’ex-assessore Gianfranco Grassi, Renato Cadei e l’ex-assessore Gianluigi Alberti, che armeggiavano con un misuratore per determinare i decibel prodotti dai palleggi. «Quest’estate ci è stata anche stata chiusa l’erogazione dell’acqua dalla fontanella, ripristinata solo martedì» lamenta uno dei frequentatori. «Francamente io non ho mai sentito rumori all’una di notte» dice Rita De Pasquale, una residente che vive vicino al campetto. «Qui si sono create amicizie - spiega Michele Barbaro, uno dei leader della protesta - nel senso più alto e puro del termine: padri e figli, ragazzi ed adulti hanno giocato qui e sono cresciuti qui assieme per anni divertendosi a far rimbalzare una palla. Non abbiamo ancora ben capito i motivi che hanno portato il sindaco e la giunta a prendere la tanto frettolosa quanto drastica scelta di far rimuovere i canestri e impedire a questo eccezionale luogo di aggregazione giovanile di continuare a vivere. Se qualcuno è venuto a giocare di notte o ha suonato il campanello e insultato la famiglia che ha inviato l’esposto al Comune, noi ci dissociamo, per primi condanniamo questa inciviltà e mancanza di rispetto. Chiediamo che venga convocata un’assemblea pubblica tra noi, i residenti, anche coloro che hanno inviato l’esposto. Con la raccolta di firme chiediamo che la Giunta spieghi pubblicamente e ufficialmente le ragioni di questa drastica scelta di non permetterci più di giocare in questo campetto e le eventuali soluzioni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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