Da una parte all’altra del Baikal sfidando il ghiaccio della Siberia

di Alessandro Romele
Graziana Pè è pronta a sfidare le acque ghiacciate del lago Baikal
Graziana Pè è pronta a sfidare le acque ghiacciate del lago Baikal
Graziana Pè è pronta a sfidare le acque ghiacciate del lago Baikal
Graziana Pè è pronta a sfidare le acque ghiacciate del lago Baikal

Si chiama «The Black Baikal Race», ed è una corsa a piedi estrema sul lago ghiacciato Baikal della Siberia centrale: un’esperienza sportiva oltre ogni limite, in un luogo ostile con temperature oltre i -30. All’edizione zero del neonato evento, ci sarà anche Graziana Pè, trentasettenne originaria di Marone - residente a Capriolo - atleta professionista della The North Face e campionessa di Ultra Trail. Dal 2 al 9 marzo dovrà coprire - in compagnia dell’amico e collega di Saronno Fabio Banfi e di altri atleti scelti in tutto il mondo - 420 chilometri da una parte all’altra del lago più profondo del mondo, partendo dal villaggio di Listvjanka. Una prova durissima, che Graziana non vede l’ora di iniziare. «Ho assistito a serate con persone che hanno già fatto queste esperienze, e parlo di Marco Berni, Ausilia Vissarini, Enrico Ghidoni, veterani di queste gare al freddo. Il loro entusiasmo e i loro racconti mi hanno coinvolto in modo totale. Ho conosciuto per caso Riccardo Ghirardi, l’organizzatore della Black Baikal Race, che mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto prendere parte alla spedizione. Non ho esitato nemmeno un minuto: ho subito risposto di sì». È QUINDI iniziata la preparazione in vista dell’appuntamento: «Preparazione ovviamente diversa da quella che seguo quotidianamente per le gare di Ultra Trail - continua Graziana - con il mio allenatore Eros Grazioli ho fatto allenamenti molto specifici dove, oltre alla velocità e al potenziamento, ho praticato molta palestra, un apposito rinforzo muscolare, soprattutto per la schiena: dovrò trascinarmi per tutto il tragitto la Pulka, una slitta dal peso di circa 10 chili, contenente il necessario per la sopravvivenza in un ambiente ostile, sacco a pelo, fornello, stoviglie, cibo, vestiti e calzature di ricambio». «Con Fabio - spiega - abbiamo cercato di ricreare l’ambiente che troveremo, recandoci in fredde e nevose vallate alpine, anche se la parte dura del percorso siberiano sarà quella sul lago ghiacciato, con raffiche di vento potentissime a cui certamente non sono abituata. La gara si chiama Black Baikal perché il lago è talmente profondo che il ghiaccio sembra addirittura nero: gli amici spagnoli che sono sul posto ci hanno raccontato che l’eco dell’acqua che si sente dalla profondità è decisamente suggestivo, e che mette quasi paura camminarci sopra». Sul percorso, lo staff organizzativo ha preparato quattro «check point», ovvero luoghi caldi e accoglienti dove riposare e recuperare le forze: «Vedremo se il meteo ci permetterà di raggiungerli - chiude l’atleta sebina - in caso contrario dovremo essere pronti a qualsiasi evenienza». La sfida è lanciata: non resta che partire. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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