Polmonite batterica, un contagio ogni ora

di Valerio Morabito
Nei laboratori proseguono gli accertamenti biologici sul batterio
Nei laboratori proseguono gli accertamenti biologici sul batterio
Nei laboratori proseguono gli accertamenti biologici sul batterio
Nei laboratori proseguono gli accertamenti biologici sul batterio

Valerio Morabito Settecentocinquanta casi diagnosticati, la media di 16 al giorno nell’arco di tempo compreso tra il 25 agosto e il 10 ottobre finito sotto la lente dello studio epidemiologico svolto dalle autorità sanitarie sotto l’egida della Regione e del ministero della Salute. Il report dell’Istituto superiore della sanità certifica quello che empiricamente avevano già capito la popolazione e gli amministratori del territorio: l’epidemia di polmonite batterica registrata nella Bassa orientale è un «fenomeno inedito a livello nazionale e probabilmente continentale». Non è tanto il numero assoluto di contagi a rendere anomala l’onda infettiva, quanto il rapporto tra la media di casi attesi e registrati, le dimensioni limitate del focolaio, l’aggressività del batterio che è andato a sovrapporsi a quello della legionella. NEL BACINO FORMATO dai paesi della zona «rossa», quella più colpita, che comprende Carpenedolo, Montichiari, Calvisano, Visano, Remedello, Isorella e Acquafredda, a settembre le polmoniti batteriche sono state del 200% superiori a quelle attese. Durante il picco si è superata la media di 24 contagi al giorno. Nessun discostamento statistico significativo dalle aspettative invece per la legionella che pure ha provocato almeno due morti accertat: i 56 casi diagnosticati sono in linea con quelli attesi dagli epidemiologi. A quasi 50 giorni dall’esplosione dell’epidemia, il quadro presenta tuttavia ancora molti lati oscuri come ammettono gli esperti dell’Istituto superiore della Sanità. L’ATTENZIONE della Ats continua ad essere rivolta alle torri di raffreddamento considerate i veicoli di nebulizzazione della legionella. Non a caso le operazioni di sanificazione inizialmente rivolte solo ad impianti di Calvisano, Visano e Carpenedolo si sono estese ai paesi confinanti fino ad arrivare ad Lonato. Ma non avendo ancora messo a fuoco il vettore del batterio e la sua natura, si stanno gradualmente riprendendo in considerazione altri potenziali ricettacoli per la proliferazione del batterio come il fiume Chiese. Intanto si svolgeranno mercoledì i funerali del 49enne di Carpenedolo ucciso da un’infezione polmonare: il sospetto che si tratti di legionella ha spinto la procura a disporre l’autopsia. È della seconda vittima dell’epidemia nel paese della Bassa dopo un 87enne morto a settembre. •

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