Nido gratis per
2.500 bambini
bresciani

di Cinzia Reboni

Genitori sereni al lavoro, bambini «coccolati» all’asilo nido e meno mamme costrette a rinunciare a una fonte di reddito per accudire i figli piccoli. È un virtuoso effetto domino quello innescato dal maxi finanziamento della Regione destinato a «raffreddare» i costi delle rette alle famiglie in condizione di vulnerabilità economica e sociale per facilitare allo stesso tempo l’accesso ai servizi per la prima infanzia. QUELLO DEL NIDO è del resto un supporto sociale strategico per i nuclei numerosi e per le giovani coppie, ma non sempre accessibile per i costi - talvolta troppo elevati - da sostenere. Il plafond di oltre 35 milioni di «Nidi Gratis» punta ad azzerare, ad integrazione delle agevolazioni tariffarie già previste dai Comuni, la retta dovuta per la frequenza dei figli ai nidi e micro-nidi. In sostanza, il Pirellone rimborsa i Comuni in nome e per conto delle famiglie, che non dovranno quindi effettuare alcun pagamento. L’iniziativa lo scorso anno ha consentito a 1.134 bambini della provincia di Brescia di frequentare gratis l’asilo nido. La Regione ha dunque deciso di confermare la misura di sostegno alle famiglie, risolvendo in parte anche il problema della fuga dalle materne, che sta mettendo in difficoltà le strutture per la prima infanzia. Ma soprattutto di consentire, specialmente alle donne, di non dover scegliere tra famiglia e lavoro. Sono 475 i Comuni lombardi ammessi al progetto «Nidi gratis» per l’anno scolastico 2018-2019 (525 le domande inoltrate complessivamente), ma la lista potrebbe allungarsi, visto che altri 46 sono in attesa del «via libera», mentre dal 24 settembre al 4 ottobre si aprirà anche la terza «finestra» utile per inoltrare le domande. In provincia di Brescia si spalancheranno le porte di 123 «nidi gratis», distribuiti in 73 Comuni. Quasi un terzo del territorio ha dunque sentito la necessità di dare un sostegno alle famiglie in difficoltà. Il benefit è rivolto anche alle famiglie dei bambini che frequentano asili privati convenzionati, che talvolta rappresentano in molti paesi l’unico presidio educativo per questa fascia di età. Secondo le proiezioni basate sui dati dell’anno scorso, sono oltre 2.500 i bambini potenzialmente beneficiari dell’aiuto della Regione. Volendo stilare una «classifica» geografica, la maggior parte delle strutture si trova nella Bassa bresciana. Il resto è suddiviso più o meno equamente, fino alla Valcamonica che conta soltanto cinque paesi tra i beneficiari dell’iniziativa regionale. Ventiquattro gli asili nido e i micronidi della città. «Fin dalla prima edizione - sottolinea l’assessore alle Politiche per la famiglia Silvia Piani - abbiamo riservato ai Comuni lombardi un ruolo di assoluta centralità. Senza la loro adesione, le famiglie non potrebbero infatti ottenere aiuti e vedersi azzerare la retta per i nidi e micronidi aderenti. Si tratta di una misura particolarmente importante, attraverso la quale riusciamo a fornire risposte concrete a centinaia di famiglie». CI SONO DUE MESI di tempo per presentare le domande: da oggi fino al 20 novembre. Tra i requisiti richiesti, l’Isee 2018 inferiore o uguale a 20 mila euro, i genitori devono avere entrambi un’occupazione o, se disoccupati, avere sottoscritto un Patto di Servizio Personalizzato, ed infine essere residenti in Lombardia da almeno cinque anni. •

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