Montichiari è la terra
promessa per oltre
40 mila hobby farmer

di Cinzia Reboni
Le matite colorate, ovvero piante che crescono senza acqua sono state una delle curiosità della fiera
Le matite colorate, ovvero piante che crescono senza acqua sono state una delle curiosità della fiera
Le matite colorate, ovvero piante che crescono senza acqua sono state una delle curiosità della fiera
Le matite colorate, ovvero piante che crescono senza acqua sono state una delle curiosità della fiera

L’«innesto» fra tradizione e innovazione ha fatto sbocciare un’edizione da record. «Vita in Campagna» va in archivio con numeri da primato: sei padiglioni, 300 espositori su 33 mila metri quadrati, più di 150 corsi pratici gratuiti e incontri, show cooking e conversazioni con gli autori, ma soprattutto oltre 40 mila visitatori che da venerdì a domenica hanno invaso il Centro Fiera di Montichiari.

Hobby farmer, amanti del verde o semplici curiosi, si sono aggirati in un’oasi affollata di piante officinali e aromatiche, frutteti e vigneti, piccoli allevamenti, prodotti tipici agroalimentari da tutta Italia e proposte per la casa, sotto lo «sguardo» vigile di splendidi esemplari di ulivo che sembravano appena usciti dal salone di un coiffeur, tagliati a «ciuffi» all’ultima moda.

PER GIUSEPPE Retali, amministratore delegato della casa editrice L’Informatore Agrario - che pubblica, tra gli altri, il mensile Vita in Campagna - «il successo crescente riflette lo spirito della popolazione, sempre più numerosa, degli agricoltori per passione, un mondo che in Italia conta 1,2 milioni e che muove un giro d’affari di circa 1,2 miliardi di euro».

Come di consueto la fiera non ha aperto solo una finestra sull’orticoltura ma si è occupata anche degli allevatori amatoriali di animali da cortile. In assenza dei volatili messi al bando quest’anno dalle misure anti-aviaria, i visitatori e soprattutto i bambini hanno ammirato lepri e conigli, pecore e porcellini d’India, tartarughe e qualche esemplare di cane. «Vita in Campagna» ha dato ampio spazio alla biodiversità agroalimentare, rappresentata da centinaia di prodotti 100% made in Italy esposti al salone Origine. Primo piano sulle piccole-grandi specialità introvabili nella tradizionale rete distributiva di prodotti: dalla liquirizia di Calabria al pomodoro Siccagno siciliano che non necessita di irrigazione, dai peperoni cruschi di Senise ai salami lombardi, dalla lucanina di Picerno ai taralli, dalla norcineria umbra alla pasta proveniente dai grani antichi trapanesi. Senza trascurare la tutela delle specie in via di estinzione: è il caso della Fondazione Archeologia Arborea di Città di Castello, che ha salvato in 30 anni oltre cento varietà e fondato un «frutteto collezione» di inestimabile valore, con circa 500 piante. Ancora frutta e giardini con l’Associazione romana Linaria, che con «Frutta Urbana» ha realizzato il primo progetto di mappatura interattiva su Roma e Milano, con raccolta e distribuzione gratuita di prodotti che crescono spontaneamente in città. E infine le 7 Fattorie sociali calabresi generate dai terreni confiscati ala mafia, alle quali è stato riservato uno stand collettivo denominato «I semi della legalità» che profumava di agrumi, bergamotto, peperoncino e nduja. Al Centro Fiera ha debuttato il Villaggio degli Orti di San Zeno. Per illustrare l’iniziativa, Mauro Grandi - ideatore del progetto e direttore di Golositalia - ha allestito un rettangolo di terra dalla quale spuntava qualche foglia di insalata e una cassetta di verdura in primo piano. «C’è sempre più il desiderio di tornare alle origini, di staccare dalla frenesia quotidiana. Insomma, di trovare un angolo di serenità per coltivare passioni e trascorrere qualche ora a contatto con la natura», spiega Grandi. L’area di San Zeno che ospita il Villaggio è suddivisa in 206 orticelli: 126 quelli finora realizzati, 30 quelli già affittati che verranno consegnati sabato. La formula è semplice: con due tipologie di affitto, una annuale e una biennale, sarà possibile iniziare a coltivare il proprio orticello, ammirando il ciclo naturale dalla semina alla raccolta. «In fiera i visitatori hanno dimostrato molto interesse per questa soluzione - sottolinea Grandi - e si sono aperte nuove strade. Nel giro di qualche anno vorrei aprire altri Villaggi degli Orti in provincia, e le prospettive sono interessanti».

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