Meningite,
uno studente
in rianimazione

Saranno gli esami a confermare la diagnosi di meningite di tipo C
Saranno gli esami a confermare la diagnosi di meningite di tipo C
Saranno gli esami a confermare la diagnosi di meningite di tipo C
Saranno gli esami a confermare la diagnosi di meningite di tipo C

Dopo l’infezione fulminante che all’inizio di dicembre ha ucciso l’imprenditore 60enne di Cologne Renato Goffi, e la tragedia di Malika, la bimba di Inzino di Gardone Valtrompia strappata alla vita a soli cinque anni da uno shock settico, torna a scattare l’allarme meningite nel Bresciano.

DA IERI MATTINA uno studente 19enne di Robecco che frequenta il liceo «Pascal» di Manerbio è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale del paese della Bassa. Sulla scorta del decorso del quadro clinico, i medici decideranno se trasferire il paziente nel reparto Infettivi del Civile di Brescia.

A ieri sera la diagnosi parlava ancora di sospetta infezione da meningococco, ma in attesa degli accertamenti sanitari, e in particolare dell’esito degli esami dei campioni ematici e di liquido cerebrospinale inviati al centro di referenza regionale malattie infettive, è scattata la campagna di profilassi fra studenti e insegnanti dell’istituto superiore.

Nelle ore immediatamente successive al ricovero, si era pensato che potesse trattarsi di un'infezione da pneumococco, una forma non contagiosa, ma dopo aver riscontrato una certa opacità del liquido spinale analizzato dai laboratori, fra i medici ha preso corpo l’ipotesi che il ragazzo sia stato colpito dal meningococco di tipo C, quello all’origine dei casi più diffusi di meningite.

L’Ats Brescia che come nei precedenti casi si è mossa tempestivamente e con incisività, ha fatto subito scattare lo stato di allerta sanitaria per scongiurare ogni più remoto rischio di diffusione del batterio.

Grazie alla capillare rete sanitaria dell’Agenzia di tutela della salute, il protocollo di profilassi è stato completato nel giro di pochissime ore: i primi ad essere sottoposti ad una terapia a base di un antibiotico ad ampio spettro sono stati i 23 compagni della classe quinta frequentata dal 19enne, cinque insegnanti, i genitori e quattro amici dello studente residenti a Robecco. Ovvero le 35 persone entrate a contatto diretto con il giovane nelle ore precedenti la manifestazione dell’infezione.

La campagna di profilassi si è estesa al personale sanitario del pronto soccorso di Manerbio, che si era inizialmente preso cura del paziente. Complessivamente sono 41 le persone sottoposte a chemioprofilassi a base di Ciproxin, antibiotico particolarmente efficace nel contrastare il meningococco che provoca la meningite.

La procedura standardizzata di prevenzione coordinata dalla Ats proseguirà fino a quando gli esami stabiliranno se l’infezione è stata effettivamente provocata da una sepsi meningococcica. In caso affermativo sarà determinante tipizzare il ceppo del batterio.

A quel punto si deciderà se continuare, ampliare o sospendere la campagna di profilassi. Non esiste allo stato attuale nessun pericolo di epidemia, e proprio per evitare di creare inutili allarmismi o psicosi fra gli studenti e le loro famiglie, l’Ats, come già avvenuto in passato, potrebbe organizzare nelle prossime ore un incontro nell’istituto «Pascal» per spiegare attraverso un gruppo di esperti che i rischi di contagio sono vicini allo zero.

LO STUDENTE ha inizialmente manifestato i sintomi di una banale influenza. Poi, nella notte di domenica, le sue condizioni sono peggiorate. La febbre è diventata altissima accompagnata da vomito, emicrania feroce e senso di torpore.

I genitori del ragazzo, la mamma infermiera caposala e il papà stimato tecnico di laboratorio, hanno immediatamente capito la gravità della situazione e senza indugiare hanno accompagnato il figlio al pronto soccorso di Manerbio.Il paziente sta rispondendo alle terapie, ma al momento i medici non hanno sciolto la prognosi. C.R.PR.

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