Lavoratori in nero
Paghe da fame
e videosorvegliati

di Mario Pari
I carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro sono stati impegnati intensamente anche nel mese di gennaio con controlli e sanzioni
I carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro sono stati impegnati intensamente anche nel mese di gennaio con controlli e sanzioni
I carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro sono stati impegnati intensamente anche nel mese di gennaio con controlli e sanzioni
I carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro sono stati impegnati intensamente anche nel mese di gennaio con controlli e sanzioni

Una provincia in cui il lavoro ha una sorta di sacralità. Un territorio in cui però non mancano coloro che non vogliono saperne d’avere un rapporto corretto. Soprattutto quando la fatica, ma anche i rischi, è quella altrui mentre il tornaconto economico è il proprio.

IL NUCLEO carabinieri ispettorato del Lavoro di Brescia, con il supporto dell’Arma territoriale delle compagnie carabinieri del comando provinciale di Brescia, nel mese di gennaio ha eseguito venti ispezioni nei confronti di aziende ubicate in varie zone della provincia. Un po’ tutte le aree del territorio bresciano sono state passate al setaccio dai carabinieri guidati dal luogotenente Giuseppe Serio. Tra i casi più gravi scoperti quello di «caporalato aggravato» emerso durante gli accertamenti in un ristorante della Bassa bresciana. Accertamenti non semplici, quelli svolti dai carabinieri, ma che hanno consentito di scoprire una realtà inquietante. Non solo il lavoro svolto con una retribuzione praticamente di poco superiore alla metà di quanto dovuto. I lavoratori avrebbero dovuto ricevere nove euro all’ora. In realtà ne percepivano cinque. Ma non è tutto, anzi forse l’aspetto peggiore deve ancora venire. Riguarda il controllo dei «dipendenti». Avveniva a distanza, grazie a delle telecamere collegate con un sistema remoto. In sostanza in qualsiasi momento e luogo l’imprenditore, ma l’espressione non è certamente la più appropriata, poteva verificare cosa stesse accadendo nel ristorante. I dipendenti sapevano di tutto ciò con le conseguenti ripercussioni sullo stato di serenità durante il lavoro.

DALLA BASSA alla Valle Camonica. Lì è stata sospesa l’attività imprenditoriale di un cantiere edile per gravi violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ammonta a oltre 100mila euro la somma che dovranno versare coloro a cui sono state contestate le violazioni penali. Accertata inoltre la presenza di un lavoratore irregolare. Nei casi di lavoratori in nero scoperti le aziende hanno la possibilità di assumerli regolarmente per un minimo di tre mesi e il 25 per cento della sanzione. A quel punto se è scattata la sospensione dell’attività, possono riaprire. Ma i controlli hanno interessato anche case vacanze in multiproprietà in una località sciistica della Valcamonica: rilevata la presenza di personale «in nero» e violazioni in materia di sicurezza. Ispezioni poi nei ristoranti e nei bar, nei distributori di carburante e autolavaggi. E ancora: il settore della logistica\spedizionieri, con dipendenti anche in questo caso in nero. Dei 56 lavoratori controllati nel mese di gennaio 12 sono risultati in nero e contestate ulteriori sanzioni penali ed amministrative per oltre 40mila euro. Tre le attività imprenditoriali sospese che però hanno provveduto subito a assumere i lavoratori.

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