Forse non proprio una sfida, ma la voglia di misurarsi con il lago in una stupenda mattinata di luglio. Forse, la convinzione che, insieme, non sarebbe potuto succedere nulla. Invece è stata tragedia nelle acque del Garda, tra San Felice e l’Isola dei Conigli. È stato inghiottito dal lago un turista inglese di 37 anni. Mancavano circa 460 metri al termine della nuotata in compagnia. J.W. di Leytonstone ha iniziato ad annaspare a non riuscire più a andare avanti. Era partito con i familiari, tra cui moglie e sorella e un medico che si prodigato inutilmente per cercare di salvare il 37enne che dopo aver lottato con tutte le sue forze si è inabissato. Chi si trovava con lui non ha potuto che nuotare fino a raggiungere la riva e dare l’allarme. Il corpo è finito sul fondo, a una profondità di poco più di una ventina di metri e secondo le indicazioni dei familiari della vittima a una distanza di circa 500 metri dalla riva.
LE RICERCHE hanno mobilitato Guardia costiera e Vigili del fuoco di Salò. Le ricerche del resto non sono state agevoli in una zona in cui un sub ha una visibilità massima di circa tre metri. Così determinante si è rivelato l’apporto dei mezzi e degli strumenti dei Volontari del Garda. Coordinati da Mauro Fusaro i sommozzatori volontari hanno cercato il corpo del 37enne utilizzando «VolGa 2026» un’imbarcazione dotata di sonar: in acqua è stato calato anche il robot filoguidato «Rov» che ha individuato il corpo agganciato il corpo quando erano circa le 15.15. Dalla profondità di circa 22,5 metri, il cadavere è stato portato dal robot in superficie e a quel punto un sommozzatore dei Volontari del Garda ha dato il proprio apporto facendo in modo che venisse issato sulla motovedetta della Guardia costiera. Il corpo è stato trovato a circa 460 metri dall’Isola dei Conigli, su un fondale in pendenza. Senza le attrezzature tecnologiche che consento di «vedere» nei fondali del lago anche in un raggio di ottanta metri, le ricerche sarebbero potute durare per settimane. Una volta individuato tutto si è svolto con tecniche e metodi collaudati che hanno impedito al corpo di finire in balia delle correnti. In passato ci sono state disgrazie nel lago il cui bilancio, in termini di dolore, è diventato ancora più pesante per l’impossibilità di riuscire a trovare il corpo di chi era annegato.
L’allarme è scattato intorno alle 11.30 e poco prima delle 16 le operazioni si sono concluse. La ricerca ha visto i volontari del Garda impegnati in uno spazio ampio come una ventina di campi di calcio.
TUTTO, FORSE SAREBBE andato diversamente se ci fosse stata un’imbarcazione di supporto a chi stava percorrendo il tratto di lago compreso tra il porto di San Felice del Benaco e l’Isola dei Conigli. Luoghi che in questi giorni regalano momenti piacevoli, ma anche tragedie. Sono già cinque i morti annegati dall’inizio dell’anno. Le operazioni sono state seguite da terra, dalla Polizia locale.