I casi di polmonite verso quota 500 tra paure e dubbi

di Valerio Morabito
I casi di polmonite   stanno per sfondare quota 500. Nelle ultime 24 ore non sono state  tuttavia riscontrate positività alla legionella
I casi di polmonite stanno per sfondare quota 500. Nelle ultime 24 ore non sono state tuttavia riscontrate positività alla legionella
I casi di polmonite   stanno per sfondare quota 500. Nelle ultime 24 ore non sono state  tuttavia riscontrate positività alla legionella
I casi di polmonite stanno per sfondare quota 500. Nelle ultime 24 ore non sono state tuttavia riscontrate positività alla legionella

Valerio Morabito L’epidemia di polmonite batterica non accenna ad arrestarsi. Ieri sono stati diagnosticati altri 17 casi che portano il numero totale delle persone infettate dall’inizio dell’emergenza attorno a quota 500. E spuntano i primi quattro casi di contagio in città, fino ad oggi zona indenne al batterio. Nelle ultime 24 ore non sono state registrate altre positività alla legionella, ma il quadro resta sostanzialmente anomalo e per certi versi fuori controllo. Le granitiche certezze dell’Ats sulla fonte di diffusione del batterio si stanno sgretolando. E tra la popolazione torna a salire l’asticella della preoccupazione. Anche gli amministratori che fino a ieri avevano ostentato serenità per rassicurare i residenti, cominciano ad essere in fibrillazione. SCAGIONATO l’impianto della Cartiera del Chiese di Montichiari dove contrariamente alle prime analisi non è stata trovata alcuna traccia di legionella, i referti dei test attesi nelle prossime ore potrebbero eliminare dalla lista nera dei presunti «colpevoli» anche le torri di raffreddamento delle Acciaierie di Calvisano e della Gkn Wheels. A prescindere dal responso delle analisi che riguardano anche gli impianti de La Leonessa di Carpenedolo, seguendo la linea già ventilata dall’Istituto superiore della Sanità, da domenica le ricerche del vettore del batterio ripartiranno da zero, o quasi. Nel senso che sotto la lente delle autorità sanitarie torneranno le reti idriche e soprattutto il fiume Chiese dove risultarono positivi alla legionella 7 campioni su 18 prelevati. Continuare a battere tutte le piste è l’auspicio degli amministratori della Bassa orientale travolta dall’epidemia. «All'altezza del ponte di Mezzane, ovvero dove si trova la centralina idroelettrica, l’Ats ha effettuato nelle ultime settimane dei campionamenti», spiega il sindaco di Calvisano Giampaolo Turini. L’allarme, come svelato dalla pubblicazione dei documenti anticipata da Bresciaoggi, era stato lanciato a fine agosto dal Consorzio Medio Chiese. «La stagione irrigua - si leggeva nell’istruttoria diffusa alle autorità dal consorzio -, si sta caratterizzando per una condizione di forte criticità idrologica con particolare riferimento alla prima metà di agosto. Infatti, oltre alle elevate temperature riscontrate, nei bacini del fiume Chiese non si sono verificate precipitazioni. Dal 19 agosto la conseguente grave carenza di deflusso idrico distribuibile nella rete dei canali non potrà garantirne le minime condizioni igienico sanitarie». Pozze d'acqua stagnante provocate dal ritiro del fiume, sarebbero dunque potute diventare l'habitat ideale per la proliferazione del batterio killer. Una tesi ribadita dal deputato del Movimento cinque stelle, Alberto Zolezzi, ha definito «che nel bacino del fiume che scorre da Lonato al mantovano», complice la concentrazione di impianti e attività ad alto impatto ambientale si sarebbe creata una sorta di «bomba batteriologica». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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