Ultima «fermata» la Cima Presanella dove la neve non cede ancora il passo

La Presanella dalla Bocchetta 
di Monte Nero
La Presanella dalla Bocchetta di Monte Nero
La Presanella dalla Bocchetta 
di Monte Nero
La Presanella dalla Bocchetta di Monte Nero

Completiamo la descrizione iniziata la scorsa settimana della ascensione alla Cima Presanella dal Rifugio Segantini. Risalendo la morena dove un tempo si stendeva la gelida vedretta del Monte Nero si punta alla omonima bocchetta. Un tempo si arrivava alla bocchetta camminando sulla neve; oggi, causa il ritiro dei ghiacciai, bisogna risalire un pendio di massi e detriti piuttosto instabili. Splendido il panorama: il Carè Alto, le immense distese della Vedretta di Lares, l'alta, selvaggia, Val di Nardis; nel magico panorama troneggia la nostra meta, la Cima Presanella che a inizio stagione si presenta spesso completamente e candidamente innevata. Appena a destra del valico si snoda una cengia (occhielli cementati nella roccia per il passaggio di eventuali corde di sicurezza) che conduce ad una lunga scala metallica in discesa alla base della quale ci si trova sulla pietraia dove un tempo sorgeva la Vedretta Orientale di Nardis. La si rimonta fino alla testata su terreno sconnesso e alla fine si sale lungo alcune roccette (neve ad inizio stagione; passaggi di I° grado) e si arriva ad un largo dosso nevoso chiamato anticamente Monte Bianco ed ora detto Presanella Bassa 3370m. Davanti, a poche decine di metri in linea d'aria, si nota il Bivacco Orobica e, poco più su, la croce della vetta. Al limite della Presanella Bassa uno stretto camino (bolli rossi) scende, su terreno instabile con passaggi di I° grado, spesso innevato. Scesi ad una cengetta, in corrispondenza di alcune piccoli torri di roccia e a monte di esse, si piega a destra. Questo passaggio, il più impegnativo dell'intero percorso, è detto delle Roccette e Caminetti: le vecchie guide rendenesi lo chiamavano Passaggio del Struscia dal nome di un portatore che era terrorizzato tutte le volte che passava di lì. Oggi però alcune funi metalliche facilitano notevolmente il passo. Dalla prima cengetta si passa ad un'altra che conduce ad un canale rimontato il quale si torna sulla cresta e si arriva per facili massi e roccette al Bivacco Orobica (dove chi vuole potrebbe pernottare; 8 i posti letto). Da qui, tenendosi un po’ sotto il crinale, si rimonta, su terreno generalmente senza neve, in direzione della vetta, che viene raggiunta facilmente. Si torna per lo stesso percorso di salita. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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