Ucciso dalle lastre di marmo due paesi uniti dal dolore

di L.REB.
Massimo Giossi, la vittima
Massimo Giossi, la vittima
Massimo Giossi, la vittima
Massimo Giossi, la vittima

Sono due comunità attonite quelle di Rezzato e Botticino, unite nel dolore per la tragica scomparsa di Massimo Giossi, operaio 47enne dipendente della ditta rezzatese Eredi Martinelli. L’uomo, deceduto al Civile nelle primo pomeriggio di venerdì, era rimasto vittima di un incidente mortale sul posto di lavoro, il 49esimo in Lombardia dall’inizio dell’anno. La dinamica dei fatti è ancora al vaglio dei Carabinieri di Rezzato, ma le prime ricostruzioni lasciano poco spazio ad interpretazioni: poco dopo le 8 l’uomo è stato schiacciato da enormi lastre di marmo che egli stesso stava movimentando tramite una gru all’interno del capannone di via Industriale. Agli inquirenti spetta capire cosa abbia provocato il distacco delle lastre. Intanto in attesa di conoscere la data dei funerali - manca ancora il nulla osta da parte del magistrato - grande è lo scoramento a Botticino Mattina, dove Giossi viveva da sempre insieme alla moglie Simona e ai figli Alessandro e Nicola, di 14 e 11 anni. Molti lo ricordano come un uomo riservato e soprattutto quale grande esperto del mestiere. Dopo un periodo di lavoro alla Cooperativa Valverde, data anche la sua esperienza professionale, Giossi aveva potuto lavorare in proprio per diversi anni prima di essere assunto alle dipendenze della Martinelli nel maggio 2016. Se per la Martinelli questo è il primo incidente mortale in più di mezzo secolo di attività, per gli abitanti della zona Giossi è solo l’ennesimo scalpellino rimasto vittima del marmo. •

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