Scatta la «trappola», il parco rischia grosso

La «trappola», il grande tubo che permette l’inserimento degli apparecchi per le ispezioni delle condotteLa località «Le acque» a Botticino è frequentata dalle famiglie nella bella stagione
La «trappola», il grande tubo che permette l’inserimento degli apparecchi per le ispezioni delle condotteLa località «Le acque» a Botticino è frequentata dalle famiglie nella bella stagione
La «trappola», il grande tubo che permette l’inserimento degli apparecchi per le ispezioni delle condotteLa località «Le acque» a Botticino è frequentata dalle famiglie nella bella stagione
La «trappola», il grande tubo che permette l’inserimento degli apparecchi per le ispezioni delle condotteLa località «Le acque» a Botticino è frequentata dalle famiglie nella bella stagione

William Geroldi La Snam il rospo non l’ha mandato giù. Al contrario: il colosso nazionale del gas si è impegnato a non mettere in pericolo la presenza del «bufo bufo» con la costruzione sul territorio di Botticino di una stazione di lancio/ricevimento del metanodotto Carpenedolo-Odolo Vobarno, una «trappola» in gergo, che la società intende realizzare in località «Le Acque» attraverso cui controllare con particolari dispositivi la tenuta delle condutture. Meno sensibile invece Snam alle preoccupazione espresse più volte dal Comune per i contraccolpi ambientali dell’intervento. Il luogo è un piccolo paradiso naturalistico attrezzato, meta di scampagnate della popolazione nella bella stagione: destinato ad essere abbruttito da una piastra di cemento, di 45 metri per 25, una recinzione di altezza variabile tra i 2,5 ed i 5 metri, un muro di sostegno in cemento armato, un traliccio alto circa 9 metri. Il metaforico rospo così l’ha dovuto mandar giù - per ora - il Comune che con il suo parere negativo, ribadito nella conferenza dei Servizi, si è trovato solo soletto a far la barricate. NON CHE SNAM sia stata indifferente ad alcune richieste di mitigazione dell’impatto ambientale avanzate dall’amministrazione, questo non lo nega l’assessore Elena Maccaferri che ha seguito la trattativa fin dalle battute iniziali, ma sono rimaste lettera morta le sollecitazioni rivolte alla società a farsi carico di opere compensative per il territorio. L’invito a trovare un’altra collocazione per la «trappola» è stato invece ignorato perchè l’azienda ha opposto considerazioni di carattere tecnico che impedirebbero una collocazione alternativa. La trattativa - dalla presentazione del progetto agli uffici della Provincia fino all’ultima Conferenza dei servizi - è durata un annetto. In questo periodo il Comune ha cercato di spuntare condizioni migliori ricevendo rassicurazioni in tal senso, ma «quando si arrivava a dover mettere nero su bianco - scuote la testa l’assessore Maccaferri - Snam non quantificava mai questi impegno. Riterremmo opportuno che gli oneri per la quantificazione del danno ambientale e paesaggistico, per quanto parzialmente mitigato, unitamente agli oneri compensativi, fossero posti a carico dell'operatore. Gli uffici comunali, attualmente sotto organico non possono farsi carico di alcun approfondimento in tal senso, per cui, al fine di evitare ricorsi, onerosi per entrambe le parti, chiederemo formalmente a Snam, alla Provincia di Brescia e agli uffici Regionali di supportare il Comune nella definizione dello stesso e degli interventi compensativi. Qualora non venga confermato un supporto in tal senso, parzialmente anticipato nelle controdeduzioni di Snam al parere negativo reso dal nostro Comune, sarà necessario ipotizzare un ricorso contro l'autorizzazione provinciale». Dai numerosi enti coinvolti, i limitrofi comuni di Serle e Nuvolera e la Provincia, la Regione Lombardia e Soprintendenza archeologica e una pletora di altri uffici, è giunto il via libera all’operazione, contrario appunto solo Botticino. Che un sostegno maggiore forse se lo aspettava dalla Provincia, invece a fine novembre è stata decretata la conformità del progetto agli strumenti urbanistici, la pubblica utilità e quindi la legittimità dell’esproprio, messa in moto la procedura di acquisizione delle aree e l’avvio del cantiere. I lavori dovranno iniziare entro 12 mesi e concludersi entro tre anni; l’espropriazione e gli asservimenti da iniziare entro 12 mesi e conclusi entro 3 anni. Il Comune a questo punto che farà? In municipio si valuta la strada del ricorso. C’è poi la questione della proprietà dell’area interessata dall’opera: appartiene al Comune e sottrargliela, anche con l’esproprio, potrebbe essere non così facile ne indolore per Snam. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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