Duemila «no»
alla centrale
di Nave

di Marco Benasseni
L’area ex Stefana interessata dal progetto centrale
L’area ex Stefana interessata dal progetto centrale
L’area ex Stefana interessata dal progetto centrale
L’area ex Stefana interessata dal progetto centrale

«La centrale di Nave non s’ha da fare». Il fronte del no si allarga, mentre sono oltre duemila le firme raccolte per bloccare l’impianto a turbogas progettato dalla multinazionale Duferco. La centrale, stando a quello che si legge nei documenti depositati, avrebbe una potenza nominale installata quasi doppia rispetto all’inceneritore di A2A, che però alimenta la rete del teleriscaldamento della città, mentre l’impianto di Nave è stato pensato solo come centrale termoelettrica (da 130 megawatt), dotata di due generatori che bruciando metano scalderanno l’acqua e, grazie al vapore ottenuto, alimenteranno le turbine per produrre energia.

LA PROTESTA. Per dire no al progetto sono state raccolte già oltre duemila firme in pochi giorni e i numeri sono destinati a crescere. Anche grazie ai 50 punti raccolta, distribuiti tra locali ed esercizi commerciali di Nave, Bovezzo, Caino, Collebeato, Mompiano, Prealpino e Brescia, in cui si può aderire alla petizione. Anche l’amministrazione di Nave, appoggiata dai sindaci dei paesi limitrofi, conferma il secco no al progetto. Domani scade il termine per presentare le osservazioni direttamente al Ministero dell’ambiente e per lunedì 11 febbraio alle 20 è stato convocato un incontro con i cittadini. Per un confronto diretto, certo, ma anche per raccogliere idee e suggerimenti. «Il Comune di Nave, Legambiente, ma anche alcuni privati hanno presentato o presenteranno a breve osservazioni - spiega il sindaco Tiziano Bertoli - Ma al di là dell’aspetto tecnico, per noi è importante fare emergere l’indubbia situazione critica del territorio. Non conosciamo i tempi di risposta alle nostre istanze e nemmeno quando la conferenza dei servizi si insedierà». Insomma, Nave ha già dato e gli amministratori da anni lavorano per sanare, non senza difficoltà, ferite rimaste drammaticamente aperte. E a chi accusa l’amministrazione di essersi mossa in ritardo, Bertoli replica: «I tempi dell’amministrazione non sono quelli di Facebook. Bisogna vagliare gli atti, studiare le carte e approfondire prima di prendere una posizione». L’incontro di lunedì metterà amministratori e cittadini gli uni di fronte agli altri, in una serata aperta al dialogo e al confronto civile. «Vogliamo caratterizzare le informazioni per arrivare a un ragionamento tranquillo e pacato - conclude Bertoli - Non è nostra intenzione trasformare la serata in una rissa da saloon. Non ci interessa dare spazio a chi vorrà strumentalizzare la faccenda. Al contrario, l’assemblea servirà per fare il punto su quanto fatto fino a ora e per dare voce alle gente, per trovare, insieme, una strategia seria».

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