Dai riflettori di Expo alla maxi frode fiscale

di Alessandro Romele
La Guardia di finanza di Sarnico ha fatto emergere una maxi frode
La Guardia di finanza di Sarnico ha fatto emergere una maxi frode
La Guardia di finanza di Sarnico ha fatto emergere una maxi frode
La Guardia di finanza di Sarnico ha fatto emergere una maxi frode

In occasione dell’Expo di Milano si era distinta per la qualità degli allestimenti del pacchetto di padiglioni espositivi che aveva messo a punto. La Edil Impianti di Piancamuno è del resto leader nel montaggio di strutture tecnologiche e coordina cantieri in tutto il mondo. Ma dietro l’attività dell’impresa, secondo le Fiamme gialle, si nasconde anche un lato oscuro. A conclusione di un’indagine avviata nel 2015, la Guardia di Finanza di Sarnico ha portato alla luce un’imponente frode fiscale messa a segno dall’azienda a partire dal 2010. Fino al 2016 la Edil Impianti - hanno appurato gli accertamenti tributari- ha presentato dichiarazioni fiscali fraudolente attraverso un vortice di fatture per operazioni inesistenti per oltre 13 milioni di euro - di cui, due milioni e mezzo di Iva. L’impresa ha omesso di versare le imposte dovute anche attraverso il meccanismo delle indebite compensazioni, utilizzando crediti Iva fittizi. Le indagini sono state condotte sotto l’egida del luogotenente Stefano Slavazza. «Le attività investigative – spiega il comandante della Guardia di Finanza di Sarnico – hanno consentito non solo di portare alla luce il meccanismo della frode, ma anche i responsabili. La società era legalmente rappresentata da due persone che si sono passate le consegne e l’incarico nel tempo, ma era di fatto gestita da una coppia di individui ufficialmente registrate come dipendenti». Un depistaggio che non è bastato ad evitare gli accertamenti che hanno consentito di scoprire anche dei casi di riciclaggio. «In particolare - conferma il luogotenente Slavazza – ricostruendo a ritroso i movimento bancari, abbiamo seguito la filiera degli assegni che erano stati emessi per il pagamento delle fatture false, scoprendo che c’erano altre persone che li cambiavano, facendoli transitare su conti propri o di altre società». TRA I DENUNCIATI ci sono un commercialista di Imola che ha concorso nei reati tributari, una coppia di coniugi di Artogne e un manager di Lovere. Due le persone finite nei guai per l’emissione delle fatture false: si tratta di imprenditori di Albano Sant’Alessandro e Ospitaletto, titolari di due delle società «cartiere», aziende nate con l’unico scopo di creare documenti fiscali fantasma. Due i provvedimenti di custodia cautelare firmati dal Gip: un 46enne di Pisogne è finito in carcere, mentre un 39enne di Piancamuno, si trova agli arresti domiciliari. Entrambi erano i grandi manovratori della frode, pur figurando come meri dipendenti della Edil Impianti. Infine, il Gip ha disposto il sequestro di beni degli indagati per un valore di oltre sei milioni di euro. Altre 10 persone sono indagate a vario titolo per emissione di fatture false. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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