Castella2 decolla con una garanzia da venti milioni

di Cinzia Reboni
La manifestazione di settembre contro l’apertura della discarica Castella2 che coinvolge anche i territori di Brescia e Castenedolo
La manifestazione di settembre contro l’apertura della discarica Castella2 che coinvolge anche i territori di Brescia e Castenedolo
La manifestazione di settembre contro l’apertura della discarica Castella2 che coinvolge anche i territori di Brescia e Castenedolo
La manifestazione di settembre contro l’apertura della discarica Castella2 che coinvolge anche i territori di Brescia e Castenedolo

Nessuna modifica sostanziale alla gamma di rifiuti ammessi allo smaltimento, ritocchi marginali ai controlli ambientali e un pacchetto di benefit che non potrà certo ripagare i disagi sopportati dalle comunità. Le prescrizioni imposte dalla Provincia non cambiano la sostanza della discarica Castella 2, autorizzata tra proteste e polemiche. Nel sito, in territorio di Rezzato ma che di fatto incombe sul quartiere cittadino di Buffalora, verranno seppelliti 905 mila metri cubi di rifiuti, pari a circa 120 mila tonnellate l’anno. Sommando gli 8 anni di conferimenti, i 24 mesi di attività di ripristino e i 30 anni di fase post-gestione, la popolazione dovrà convivere con il cimitero di scorie fino al 2059. NEL CORPOSO documento redatto dall'Ufficio Ambiente della Provincia si conferma che l'indice di pressione non viene superato. Nella parte di relazione dedicata alle criticità si specchiano però le preoccupazioni di amministratori e cittadini: la discarica è a 2 chilometri dal Naviglio Grande, a mille metri dalle scuole, a 700 dalle case di Buffalora e a 300 dal centro ricreativo Spiaggia '91. Emblematico l'elenco di infrastrutture ad alto impatto ambientale che fanno da corona alla Castella 2: autostrada A4, tangenziale Sud, cinque aziende potenzialmente inquinanti, 2 bacini di conferimento scorie, di cui uno per amianto, tre impianti di trattamento rifiuti. In questo contesto la Provincia ha fissato un monitoraggio periodico su falde, qualità dell’aria, miasmi e rumore. Attorno alla discarica non potranno transitare più di 60 mezzi pesanti al giorno. Ai Comuni che subiranno le ricadute ambientali il gestore Garda Uno dovrà smaltire gratuitamente una quota di rifiuti: 36mila mc a Rezzato ed altrettanti a Brescia, 18 mila a Castenedolo. Entro 90 giorni l’utility dovrà prestare una garanzia finanziaria di 20.180.164 euro a favore della Provincia. Garda Uno, a fronte dell'autorizzazione, si è impegnata a rinunciare al progetto di discarica Castella 1, e a ritirare il ricorso al Consiglio di Stato contro la bocciatura della Regione. Amministratori e comitati non si rassegnano. «Stiamo cercando di approfondire tutti i dettagli tecnici per impostare un ricorso al Tar - annuncia l'assessore all'Ambiente di Brescia Miriam Cominelli -. Deve essere chiaro che noi quella discarica non la vogliamo. I sindaci del territorio hanno varato un coordinamento per contrastare il progetto. E la Loggia darà il suo contributo». Emanuela Ogna, vicesindaco di Rezzato: «Ci muoviamo su due fronti quello legale che deve approfondire il documento della Provincia per poterlo impugnare, e quello amministrativo che può e deve sciogliere nodi irrisolti, a partire dall’incompatibilità dell'impianto con il territorio. Questione ambientale e salute dei cittadini devono essere prioritari». Francesco Venturini del Codisa di Buffalora è «deluso e amareggiato. Auspicavamo un gesto di coraggio della Provincia, che avrebbe potuto imporre vincoli sui codici dei rifiuti così da rendere finanziariamente insostenibile la discarica». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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