«Acqua, la gestione pubblica farà risparmiare le famiglie»

di Cinzia Reboni
Remo Valsecchi è contrario all’affidamento dell’acqua ai privati
Remo Valsecchi è contrario all’affidamento dell’acqua ai privati
Remo Valsecchi è contrario all’affidamento dell’acqua ai privati
Remo Valsecchi è contrario all’affidamento dell’acqua ai privati

«Non è una questione ideologica, ma un diritto fondamentale». Così Remo Valsecchi - commercialista, revisore legale e già consulente del lavoro, oggi a fianco dei Comitati e del Forum dei Movimenti per l’Acqua Pubblica - ha presentato ieri sera il suo dossier per una gestione totalmente pubblica del servizio idrico integrato. A poco più di due mesi dal referendum consultivo, il Comitato bresciano ha deciso - dati oggettivi alla mano - di denunciare che «questo “affare dell’acqua“ è un vero e proprio furto perpetrato dal mercato nei confronti dei cittadini - sottolinea Mariano Mazzacani -. Vogliamo rispondere agli attacchi strumentali di parte degli amministratori locali che continuano a terrorizzare i cittadini affermando che, in caso di gestione pubblica del servizio idrico, dovrebbero essere i Comuni a finanziare il servizio. Argomentazioni che non trovano alcun riscontro oggettivo. La dimostrazione è già nei fatti, visto che il servizio in realtà si finanzia con la tariffa e attraverso finanziamenti pubblici a fondo perduto». UNA RICERCA, QUELLA di Valsecchi, necessariamente «tecnica», volta a dimostrare che «è possibile fare di più e meglio, riuscendo anche ad abbassare le tariffe», sottolinea il portavoce del Comitato. «L’acqua non può essere oggetto o strumento di attività economiche di profitto - sostiene Valsecchi -. E la maggioranza degli italiani, su questo punto, si è già espressa chiaramente nel referendum del 2011. La concorrenza e il mercato garantiscono il contenimento dei prezzi e la qualità del servizio, ma dopo la gara, l’affidamento al gestore unico crea le condizioni per un regime di monopolio naturale». Un altro «mito» da sfatare? «Non esiste rischio di impresa, perché tutto è garantito, compreso nelle tariffe - spiega Valsecchi -. Gli investimenti richiedono risorse finanziarie, ma i privati non usano le risorse per finanziare gli investimenti, ricorrendo invece all’indebitamento. Agli utenti del servizio, questo meccanismo costa sia per gli interessi passivi pagati per il debito che per gli utili che vengono prodotti e spesso distribuiti». LA DIFFERENZA tra gestore privato e pubblico? «La società ha come scopo l’utile e la sua divisione tra i soci - precisa Valsecchi -. L’azienda consortile speciale ha come scopo l’efficienza, l’efficacia e l’economicità della gestione del servizio pubblico. Inoltre, in quanto ente strumentale dei Comuni, salvaguarda il ruolo centrale del sindaco». Oggi le tariffe sono calcolate con il metodo predisposto da Arera, che copre integralmente i costi del servizio, compresi gli investimenti e le morosità. Il cosiddetto «full cost recovery». Ma le tariffe, secondo Valsecchi, non sono eque: sono soggette a conguagli non certi, non sono trasparenti e sono discriminatorie. A parità di consumi, alcune persone pagano di più o di meno in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare. Un esempio pratico? In una famiglia composta da 6 persone, con consumo pro capite di 75 mc l’anno, il consumo maggiore di 225 mc, vale a dire il quantitativo di tre persone, viene assoggettato allo scaglione più alto della tariffa, facendo lievitare il costo per tre persone da 188 a 429 euro». COME RIMEDIARE? «Abbandonando il metodo tariffario con la soppressione di Arera, calcolando la tariffa con i dati dell’Ambito, escludendo il profitto ed affidando la gestione ad un ente di diritto pubblico», è la «ricetta» del tecnico. «Si possono fare investimenti nei tempi e con le stesse modalità previste dal Piano d’Ambito e ottenere risparmi consistenti, riducendo le tariffe tra il 25 ed il 30% rispetto alle attuali». Secondo i calcoli di Valsecchi, una famiglia di tre persone potrebbe risparmiare in un anno, prendendo le tariffe 2018, fino a 104 euro, che potrebbero lievitare a 118 nel 2025. •

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