Uccellini nello spiedo: «Il divieto deve cadere»

«Conoscere bene le istanze dei territori è fondamentale per operare al meglio nelle scelte». Così ha esordito ieri l’assessore regionale all’agricoltura, alimentazione e sistemi verdi Fabio Rolfi in visita ai Comuni aderenti alla Comunità Parco alto Garda bresciano. AD ATTENDERLO a Gargnano, gli amministratori dei Comuni di Salò, Gardone Riviera, Toscolano Maderno, Gargnano, Tignale, Tremosine, Limone, Valvestino e Magasa, i dirigenti di Ersaf, Gal e Consorzio «Terra dei 2 Laghi», con un nutrito stuolo di rappresentanti di aziende, olivicoltori e agricoltori. Tra le sfide per la nuova governance regionale e nazionale, Rolfi ha elencato la «regionalizzazione» di aree ora a conduzione statale e, rivelazione questa che farà discutere, il ripristino degli uccelli nello spiedo: «Un divieto stupido - dice Fabio Rolfi - introdotto per contrastare il bracconaggio, ma che ha solo finito per favorire le importazioni dall’estero». Rolfi ha fatto intravedere novità su un altro tema molto sentito in alto Garda, quello dei cinghiali: «È auspicabile che il nuovo Governo (al ministero dell’agricoltura c’è ora il leghista Gian Marco Centinaio) possa mettere pressione a enti come Ispra in tema di caccia sulle deleghe migratorie e la caccia al cinghiale. Una misura affrontata finora con tecniche poco invasive - ha detto l’assessore - ma che sta creando problemi non solo in alto Garda». Un territorio nel quale l’efficacia dei metodi e l’approccio alla questione cinghiali è regolato dal nuovo ordinamento che prevede per i cacciatori abilitati di affiancare la Polizia provinciale, facendo però sorgere dubbi nella suddivisione del territorio in aree idonee e in aree non idonee alla presenza del cinghiale.