Tav e grandi opere bresciane alla prova del nuovo governo

di Valentino Rodolfi
Alta velocità ferroviaria: per la Brescia-Verona il tempo stringeCantieri dell’alta velocità: i prossimi  previsti sono  quelli della Brescia-VeronaMa dal nuovo governo non si può escludere un possibile ripensamento, come indicato per la tratta Torino-Lione
Alta velocità ferroviaria: per la Brescia-Verona il tempo stringeCantieri dell’alta velocità: i prossimi previsti sono quelli della Brescia-VeronaMa dal nuovo governo non si può escludere un possibile ripensamento, come indicato per la tratta Torino-Lione
Alta velocità ferroviaria: per la Brescia-Verona il tempo stringeCantieri dell’alta velocità: i prossimi  previsti sono  quelli della Brescia-VeronaMa dal nuovo governo non si può escludere un possibile ripensamento, come indicato per la tratta Torino-Lione
Alta velocità ferroviaria: per la Brescia-Verona il tempo stringeCantieri dell’alta velocità: i prossimi previsti sono quelli della Brescia-VeronaMa dal nuovo governo non si può escludere un possibile ripensamento, come indicato per la tratta Torino-Lione

Ma allora la Tav Brescia-Verona si fa o non si fa più? E il nuovo depuratore del Garda bresciano? E il centro per i rimpatri a Montichiari? E l’Autostrada di Valtrompia? Quattro domande per quattro «grandi opere» che, dopo il giuramento del nuovo governo a trazione Lega-5Stelle, innescano nei bresciani più di una semplice curiosità. A «BALLARE» sono opere per quasi 3 miliardi di euro: dai 2 miliardi e mezzo dell’alta velocità ai 6 milioni per il Centro rimpatri di Montichiari. Opere che, favorevoli o contrari, hanno fatto discutere per anni e ora arrivano a un bivio decisivo: fare o non fare? Oppure: cambiare i progetti, o lasciarli come sono? Il «governo del cambiamento», nel suo contratto di accordo politico, non ha menzionato nessuna di queste opere tra quelle da ripensare a livello di rapporto costi-benefici. Ma sembra improbabile che non arrivino presto sul tavolo dell’esecutivo. LA TAV Brescia-Verona ha sempre visto la contrarietà dei 5 Stelle (e critiche specifiche al progetto anche da parte leghista). Sull’Autostrada valtrumplina le due forze politiche hanno visioni divergenti. Sul depuratore del Garda i 5 Stelle hanno proposto un progetto alternativo, «stroncando» quello ufficiale (visto invece con favore dagli amministratori leghisti dei Comuni gardesani) mentre sulla caserma «Serini» di Montichiari era stato Matteo Salvini a dire «no», salvo poi inserire nell’accordo di governo il piano per realizzare analoghi centri per i rimpatri in tutte le Regioni. Il rebus più urgente è quello della Tav Brescia-Verona, perché il progetto definitivo è già approvato, l’esecutivo è in corso, il primo lotto è finanziato e l’amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini, ha dichiarato che è «praticamente firmato» il contratto con Cepav, il consorzio di imprese che coordinerà i lavori. E con un contratto firmato (o «praticamente firmato») per oltre 2 miliardi sarebbe dura tornare indietro. Il Movimento 5 Stelle, da anni in prima linea con i comitato No Tav di Brescia, di Verona e del Garda, non ha ancora detto nulla di specifico. Si è parlato, e molto, della Torino-Lione, sulla quale almeno un ragionamento verrà fatto: «Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione - è scritto nel “contratto” di governo tra Lega e 5 Stelle - ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia». E LA BRESCIA-VERONA? Il tempo stringe, ma forse non è ancora scaduto: il progetto esecutivo dovrà essere modificato con 309 prescrizioni e si parla di lavori solo a fine 2018. Ma intanto dalle Fs, lo stesso ad Renato Mazzoncini va avanti: «Il cantiere per la Tav a Lonato aprirà entro l’anno e non ci saranno ripercussioni da Roma», ha dichiarato, lasciando capire di non aver ricevuto segnali politici, almeno per il momento. Forse è solo troppo presto: il governo c’è da meno di 24 ore e il ministro delle Infrastrutture è il pentastellato Danilo Toninelli. Si vedrà. •

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