«Stregoneria, accusa assurda» Ma ora attacca il neo-senatore

di A.GAT.
Streghe e stregoneria: la scuola chiarisce e smonta le accuse
Streghe e stregoneria: la scuola chiarisce e smonta le accuse
Streghe e stregoneria: la scuola chiarisce e smonta le accuse
Streghe e stregoneria: la scuola chiarisce e smonta le accuse

Dalla placida frazione di Mocasina, poche centinaia di abitanti tra le verdi colline della Valtenesi, agli scranni ben più focosi del Senato della Repubblica: incredibile ma vero, la «caccia alle streghe» di Calvagese è già diventata un caso nazionale. IL NEOELETTO senatore leghista (e bresciano di nascita) Simone Pillon, considerato il braccio destro dell’ideatore del Family Day Massimo Gandolfini, ha annunciato di essere pronto a chiedere lumi al Parlamento, con apposita interrogazione, sulla performance della scrittrice Ramona Parenzan alla scuola elementare di Mocasina, accusata addirittura di «stregoneria» e «riti magici» da parte di una mamma (anonima) dopo aver raccontato ai bambini la storia della strega Romilda, protagonista di tante fiabe italiane e citata pure da Luigi Pirandello. Ma la circostanza della cosiddetta stregoneria, tra amuleti che in realtà erano conchiglie e pozioni magiche che erano solo tè verde (che i bambini tra l’altro non hanno nemmeno bevuto) è stata già smentita non solo dalla dirigente scolastica Sabina Stefano, che intanto ha scritto un’accorata lettera alle famiglie, ma anche dal sindaco Simonetta Gabana. Forse questo il senatore Pillon ancora non lo sa, tanto da scrivere: «Nelle scuole della mia Brescia sono arrivati a imporre la stregoneria, all’insaputa dei genitori. «Appena insediato farò un’interrogazione parlamentare su questa vergognosa vicenda». MA IN REALTÀ sembra proprio una «caccia alle streghe», o un equivoco, su una lezione dedicata all’immaginario delle fiabe che non aveva proprio nulla di maligno. Lo spiega la lettera della dirigente scolastica: per ogni classe è stata raccontata una fiaba diversa, una delle quali con la figura della «strega Romilda», parte di un progetto interculturale promosso dalla biblioteca, approvato dalla scuola e presentato in anticipo anche ai genitori. «Non mi sembra che in classe sia entrata una strega a insegnare pratiche malefiche - scrive la dirigente -. Sono convinta che certe pratiche infatti appartengano alla fantasia popolare di epoche remote, di oltre 1000 anni rispetto a quella in cui viviamo e in cui crescono i bambini». •

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