Sarca: sciacquati
i reflui, resta
la polemica

di Luciano Scarpetta
Le eloquenti immagini dell’onda «marrone» che ha trasformato il Sarca in una condotta fognariaLo sversamento dal depuratore di ArcoLa situazione nelle ultime ore sarebbe migliorata
Le eloquenti immagini dell’onda «marrone» che ha trasformato il Sarca in una condotta fognariaLo sversamento dal depuratore di ArcoLa situazione nelle ultime ore sarebbe migliorata
Le eloquenti immagini dell’onda «marrone» che ha trasformato il Sarca in una condotta fognariaLo sversamento dal depuratore di ArcoLa situazione nelle ultime ore sarebbe migliorata
Le eloquenti immagini dell’onda «marrone» che ha trasformato il Sarca in una condotta fognariaLo sversamento dal depuratore di ArcoLa situazione nelle ultime ore sarebbe migliorata

Dopo lo sversamento di sabato dei reflui fognari del depuratore di Arco nel fiume Sarca, la situazione dal punto di vista batteriologico, secondo quanto comunicato in una nota dalla Provincia di Trento, sarebbe in via di normalizzazione. La decisione di «lavare» velocemente dai liquami il principale affluente del Garda e le acque del lago nella zona trentina aumentando tra sabato e domenica la portata del fiume, ha scongiurato la possibilità di un’apertura straordinaria della galleria Adige-Garda, facendo rientrare i timori e le preoccupazioni dei sindaci bresciani e veronesi. IERI MATTINA dagli uffici comunali di Riva e di Arco trapelava un cauto ottimismo sull’esito delle analisi sui campioni prelevati per la seconda volta in tre giorni dai tecnici dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente della Provincia di Trento (Appa). Poi nel pomeriggio è arrivata la revoca del divieto di balneazione e di pesca istituito sabato, nelle ore immediatamente successive all’anomalia, dopo che gli organi competenti a livello territoriale avevano accertato «lo sversamento nel fiume Sarca di reflui fognari non depurati in coincidenza del punto di scarico dell’impianto di depurazione a servizio del Comune di Arco». Insomma, grazie all’Ora e al moto ondoso, al ribaltamento dell’acqua superficiale e all’immissione di acqua pulita nel Sarca, la situazione in questi giorni per le coste trentine è migliorata, portando alla decisione di rimuovere i cartelli di divieto di balneazione e di pesca, curiosamente affissi in prossimità di spiagge e litorali solo in lingua italiana. RIMANGONO in ogni caso presenti, oltre a quanto è stato diluito in direzione centro lago, anche le polemiche provocate a livello politico e istituzionale dall’incidente al depuratore di Arco, con sullo sfondo l’estenuante disputa sulla questione relativa al collettore del Garda. Non è una novità infatti che il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli abbia in più di un’occasione auspicato per il mega progetto di depurazione delle acque gardesane una rete di piccole strutture meno impattanti e costose: una rete di mini-depuratori da realizzare direttamente sul lago, proposta alternativa dei 5 Stelle a quella ufficiale di due maxi-depuratori collegati ai fiumi Chiese e Mincio. Soluzione peraltro scartata a priori nel progetto preliminare. «Quella del collettore - ha ribadito il parlamentare forzista e sindaco di Garda Davide Bendinelli, a traino delle considerazioni del segretario generale della Comunità del Garda Pielucio Ceresa e del presidente di Ats Giovanni Peretti - è una battaglia prima di tutto ambientale, poi politica. Un’opera su cui gli enti interessati si sono espressi all’unanimità e per cui il Cipe ha già stanziato 100 milioni su 220 previsti. Non si tratta di avviare un’opera da zero, non di optare o meno per un depuratore, ma di sistemare il collettore in funzione sul Garda da una quarantina di anni per evitare sversamenti di acque nere nel lago». Come quello di sabato. L’auspicio è che venerdì 28 settembre nella sede della Comunità del Garda, quando ci sarà la presentazione da parte di Giorgio Bertanza, professore dell’Università di Brescia, dell’analisi sul sito ottimale per costruire il nuovo depuratore della sponda bresciana, si possa trovare finalmente una soluzione condivisa. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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