Primo successo dei sindaci anti-depuratore

di Luciano Scarpetta

Nessuna forzatura, nessuna scelta calata dall'alto sul progetto del maxi depuratore del Garda: in Consiglio regionale sono state ritirate le differenti mozioni dei 5 Stelle, della Lega e di Forza Italia, per aprire invece una stagione di confronto con la Regione e gli enti locali. Da Muscoline a Montichiari la mobilitazione dei sindaci contro il progetto di Acque Bresciane incassa i primi risultati. LA REGIONE dovrà trattare e portare in sede di cabina di regia della maxi opera, proposte alternative a quella di riversare i reflui di mezzo Garda nel fiume Chiese. «A metà gennaio saranno convocate le prime riunioni con i sindaci del lago di Garda e del bacino del fiume Chiese e con i referenti degli Ato», ha assicurato l’assessore regionale Territorio, Pietro Foroni, pressato dalle tre mozioni. Il tema è d'attualità da diversi anni e la localizzazione degli impianti che dovrebbero depurare l'area non è ancora stata decisa. Esiste al proposito uno studio commissionato all'Università di Brescia, le cui conclusioni non sono però ancora a disposizione degli enti locali. «Ma non ci saranno forzature i Comuni saranno chiamati ad esprimere le proprie proposte alternative», assicura l’assessore. In tutte le mozioni che erano state presentate (d'iniziativa dei Gruppi M5S, Lega, Fi, mentre il Pd ha ricordato di avere presentato a sua volta un documento sull'argomento, lo scorso anno) ricorre la richiesta di un confronto con i territori e di creazione di una «regia» comune per giungere ad un progetto che sia condiviso. Non sarà facile, ma in ragione dell'impegno dell’assessore Foroni di avviare i tavoli già a gennaio, le mozioni sono state ritirate. LE REAZIONI: «Registriamo positivamente la disponibilità a costituire un tavolo tematico da parte dell’assessore Foroni, per facilitare il confronto fra tutti gli enti coinvolti per una soluzione condivisa, nell’interesse del territorio e dei cittadini». Lo affermano Francesca Ceruti, consigliere regionale della Lega e il vice capogruppo Floriano Massardi. «Parliamo di una zona turistica che merita attenzione, ma se è importante risolvere le criticità della zona, importante è anche non crearne su altri territori». Il presidente dell’Ats Garda Ambiente, Giovanni Peretti, aveva auspicato prima del dibattito in Regione che, in ogni caso, si tenesse conto delle specifiche caratteristiche ambientali del lago. Tra le proposte presentate ieri in Consiglio regionale, c’era infatti quella di optare per un depuratori da costruire direttamente sulle sponde del lago. «Ipotesi assolutamente da scartare: un bacino chiuso che ha un ricambio d’acqua con tempi di 26 anni, non può essere utilizzato come corpo recettore». •

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