Le meraviglie sommerse di San Sivino

di Alessandro Gatta
Archeologi e sub al lavoro sulla spiaggia di San Sivino:  l’area è stata segnalata con le boe e chiusaI sostegni delle palafitteLa mappatura dei repertiSi lavorerà fino a lunedì
Archeologi e sub al lavoro sulla spiaggia di San Sivino: l’area è stata segnalata con le boe e chiusaI sostegni delle palafitteLa mappatura dei repertiSi lavorerà fino a lunedì
Archeologi e sub al lavoro sulla spiaggia di San Sivino:  l’area è stata segnalata con le boe e chiusaI sostegni delle palafitteLa mappatura dei repertiSi lavorerà fino a lunedì
Archeologi e sub al lavoro sulla spiaggia di San Sivino: l’area è stata segnalata con le boe e chiusaI sostegni delle palafitteLa mappatura dei repertiSi lavorerà fino a lunedì

Le meraviglie della storia nascoste sott’acqua, a pochi passi dalle rive di San Sivino: migliaia di pali in legno disposti in un’area di oltre 10mila metri quadrati, le tracce di un villaggio di palafitte costruito (e abitato) più di 4000 anni fa, e che adesso per la prima volta verrà mappato nei dettagli con tecnologia Gps, mentre i pali saranno numerati, campionati e studiati con il carbonio C14 e la dendrocronologia. «Cercheremo di ricostruire i cosiddetti tracciati temporali delle palafitte millenarie - spiega Brunella Portulano, direttrice del Museo archeologico di Manerba che coordina le ricerche - e capire quali erano le strutture contemporanee, dov’erano le abitazioni e dove le passerelle». LE RICERCHE. Dopo i primi sopralluoghi, ieri mattina hanno preso il via le esplorazioni vere e proprie, a cura dei sub archeologi della Archeo Solutions di Varese e dei volontari della Tritone Sub di Desenzano, tra l’altro i primi (nel 1971) a realizzare una mappa del sito archeologico, che dal 2011 è pure patrimonio Unesco (insieme al vicino Lago Lucone di Polpenazze e al Lavagnone di Desenzano). E non poteva esserci giornata migliore per cominciare: il sole alto nel cielo, quasi 15 gradi percepiti, 9 gradi la temperatura del lago. Le ricerche subacquee proseguiranno almeno fino a domani, forse lunedì: nella fase attuale è stata selezionata una prima area ben precisa, sui 10mila metri totali, dove è stata posizionata una griglia di 6 metri per 4. Al suo interno sono state rilevate tutte le evidenze archeologiche, tra cui i famosi pali: solo ieri ne sono stati censiti una ventina, altri verranno schedati. Tra tutti i pali rilevati ne saranno campionati 15, e sottoposti alle analisi temporali citate qualche riga fa. «Ogni palo verrà numerato con una fustella fluorescente, su cui viene apposta anche la data - spiega Sabrina Luglietti di Archeo Solutions - e poi misurato. Saranno i pali più grandi a essere poi selezionati per il campionamento: sott’acqua ne preleveremo una piccola porzione. In parallelo abbiamo avviato la documentazione fotografica: in ogni foto vengono allegati 4 punti, e ogni punto avrà una sua coordinata Gps. Un po’ alla volta costruiremo una mappa completa, georeferenziata nello spazio». NON MALE come inizio: «È andata bene - continua Luglietti - perché la visibilità subacquea del Garda è stata eccezionale. Bella come al mare». Ci vuole pazienza: viste le temperature, e i movimenti precisi da effettuare sott’acqua, l’autonomia dei sub è di circa un’ora, massimo un’ora e mezza. In questi giorni si dovrebbe completare la mappatura della prima area: per completare le ricerche ci vorranno degli anni. Ma la portata del lavoro è straordinaria: svelare al mondo la storia millenaria delle palafitte di San Sivino. Brevissima cronologia: nel 2017 sono stati numerati alcuni pali, lo scorso anno la zona è stata delimitata con delle boe. Il progetto è cofinanziato da Regione e Comune, e fa parte di un finanziamento più ampio che coinvolge anche il Lucone, dove lo scorso anno è stato recuperato lo scheletro di un bambino vissuto migliaia di anni fa, e il Lavagnone. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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