Le 50 mila donne uccise da un’assurda «caccia»

di A.GAT.
Le streghe: una «caccia» tragica
Le streghe: una «caccia» tragica
Le streghe: una «caccia» tragica
Le streghe: una «caccia» tragica

Non un gesto casuale, ma un atto cronologicamente ben studiato e di chiaro valore simbolico: ne è convinto il desenzanese Armando Bellelli, ricercatore di «Xplora», collaboratore della trasmissione tv «Mistero». «TANTE COSE fanno pensare non sia una coincidenza - spiega Bellelli – a cominciare dal fatto che Desenzano è da sempre considerata una città un po’ eretica, basta pensare ai Catari e alla fine tragica che hanno fatto, messi al rogo all’arena di Verona. Va ricordato inoltre che San Martino è una festa di origine pagana, in cui si celebrava il dio del rinnovo della vegetazione, ed è il periodo in cui da sempre si bruciano le sterpaglie. Non va dimenticato poi che a novembre cominciarono i roghi delle streghe di Nogaredo, in Trentino, quando morirono otto donne furono bruciate» Non lontano da Desenzano si ricorda la vicenda di Maria detta La Medica, di Calcinato: era accusata di aver ucciso 15 bambini con la stregoneria. A pochi chilometri, al castello di Padenghe, ancora vive la leggenda del «pozzo delle streghe». MA SI FA PRESTO , troppo presto, a chiamarle streghe. I processi degli inquisitori, che si svolgevano secondo un formulario standard, erano processi farsa, ai danni di donne innocenti ma «scomode», a volte per confiscarne i beni, per placare la folla o per regolare inimicizie. Vittime di un periodo oscuro: gli studi riferiscono che in tutta l’Italia, fra il XVI e gli inizi del XIX secolo, furono immolate tra le 50 e le 60 mila donne inquisite dal Sant’Uffizio . Nel Bresciano, nella sola Valle Camonica tra il 1518 e il 1521, furono 65 le donne accusate di stregoneria arse vive in seguito ai «processi» condotti da un inquisitore.

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