Il cerchio si stringe attorno al branco

di Alessandro Gatta
La zona in cui è avvenuta la violenza di gruppo:  la giovane ragazza danese è già tornata a casa Sui fatti indagano i carabinieriL’ospedale di Desenzano
La zona in cui è avvenuta la violenza di gruppo: la giovane ragazza danese è già tornata a casa Sui fatti indagano i carabinieriL’ospedale di Desenzano
La zona in cui è avvenuta la violenza di gruppo:  la giovane ragazza danese è già tornata a casa Sui fatti indagano i carabinieriL’ospedale di Desenzano
La zona in cui è avvenuta la violenza di gruppo: la giovane ragazza danese è già tornata a casa Sui fatti indagano i carabinieriL’ospedale di Desenzano

Le lacrime e la paura, le grida di aiuto nel cuore della notte, la corsa in ospedale e la certezza che sarà impossibile dimenticare: è già tornata a casa, in Danimarca, la ragazza vittima mercoledì notte di un’aggressione a sfondo sessuale in un parcheggio di Manerba, non lontano dal locale in cui aveva passato la serata in compagnia del fratello. Prima era con lui, poi è rimasta sola: anche su questo cercano di fare chiarezza i carabinieri di Salò, chiamati a sciogliere l’intricata matassa in cui sarebbero coinvolti almeno quattro giovanissimi, un italiano e altri tre ragazzi a quanto pare di origini magrebine. Gli aggressori avrebbero avvicinato la ragazza in discoteca, per poi seguirla, molestarla, palpeggiarla e aggredirla approfittando del buio e di un luogo isolato poco lontano. IN PAESE l’incredulità è tanta, i commenti si sprecano. La procura indaga per violenza sessuale, e i carabinieri sarebbero già a buon punto: i quattro aggressori infatti sarebbero stati inquadrati dalle telecamere di videosorveglianza posizionate in zona. E anche la proprietà del locale avrebbe fornito informazioni utili alla loro identificazione. «Fa parte di un accordo di collaborazione con alcuni locali di Manerba - spiega il sindaco Isidoro Bertini - che certo è ancora migliorabile ma altrettanto certamente aveva già dato buoni frutti. L’episodio di mercoledì notte è un caso isolato, avvenuto in un luogo diverso rispetto alla discoteca cui spetta comunque, nei limiti del possibile, di controllare anche le situazioni esterne. Abbiamo già avuto un incontro con i titolari per chiarire alcuni aspetti, per vedere cosa si può ancora migliorare e se fosse in qualche modo possibile evitare situazioni di degrado come queste. Siamo di fronte a una barbarie, una situazione intollerabile per cui ci sentiamo in dovere di dare una risposta. E tutti vogliamo capire cosa sia esattamente successo». Come anticipato da Bresciaoggi, la ragazza sarebbe stata avvicinata all’interno del locale, ma poi sarebbe finita lì, dopo un suo primo rifiuto. La cosa sarebbe poi degenerata all’esterno, a tarda notte: è ancora da chiarire se i presunti responsabili della violenza di gruppo abbiano teso un agguato alla vittima o se invece se la siano trovata di fronte per caso. Sarebbe stata poi trascinata con la forza in un angolo buio, dove si sarebbe consumata la violenza: la turista è stata trovata in lacrime da altri ragazzi che passavano, e poi accompagnata in ospedale, raggiunta da genitori e fratello. Erano in vacanza in un campeggio del paese, ma sono già rientrati a casa. «Siamo terribilmente dispiaciuti per quello che è successo - dice ancora Bertini - e insieme all’assessore alla Cultura Noemi Avigo avremmo voluto consegnare di persona un mazzo di fiori alla ragazza, per esprimere la vicinanza dell’amministrazione comunale. Ma ieri mattina era già in viaggio: li consegneremo appena possibile alla famiglia in Danimarca». Certo a Manerba non si parla d’altro: una serata con gli amici, la spensieratezza di una calda notte d’estate, di una vacanza lontano da casa. Tutto questo si è tramutato in un terribile incubo, un segno indelebile che resterà per tutta la vita. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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