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livelli minimi

La foce a corto di acqua del torrente di Toscolano
La foce a corto di acqua del torrente di Toscolano
La foce a corto di acqua del torrente di Toscolano
La foce a corto di acqua del torrente di Toscolano

Non solo siccità. Per il fiume Toscolano, uno dei maggiori siti riproduttivi della trota lacustre del lago di Garda, la scarsissima portata di acqua è dovuta al mancato rilascio del «deflusso minimo vitale» da parte della diga di Ponte Cola da tutti conosciuta come diga di Valvestino, gestita da Enel. A lamentarlo è Diego Almici, segretario dell’Unione pescatori bresciani e rappresentante dell’associazione toscomadernese La Fario che da alcuni anni in collaborazione con lo studio di biologia Csba di Erba (Como), sta conducendo una campagna per la tutela della trota lacustre del Garda e il recupero del torrente Toscolano a sito riproduttivo.

Come tutti sanno ad inizio autunno per facilitare la risalita riproduttiva delle trote, gli associati hanno messo a punto il progetto «Lacustre» (finanziato a fondo perduto da Fondazione Cariplo per 250mila euro con capofila il Comune di Toscolano e partner istituzionali Provincia di Brescia e Parco del Garda) che prevedeva la deframmentazione dell’alveo e la costruzione di scale di rimonta per facilitare la risalita riproduttiva delle trote. «Adesso - afferma Diego Almici - le condizioni base per tutelare questo fenomeno unico in provincia di Brescia ci sono tutte, manca però la componente fondamentale e cioè il rilascio di acqua dalla diga, condizione essenziale per non vanificare tutto il lavoro fatto fino ad ora. Enel - continua l’affondo di Almici - è fuorilegge da inizio 2016 e colpevole di questo disastro ambientale: mantiene imperturbabile questo atteggiamento di totale chiusura e non risponde neanche alle richieste avanzate in forma scritta dall’amministrazione comunale di Toscolano Maderno, nel totale silenzio di enti ed istituzioni preposte. A questo punto sarebbe interessante capire quali sono le posizioni dei vari uffici competenti di Regione, Ersaf, Parco del Garda che, ricordo, sono anche fautori e portatori di interesse nel progetto per la salvaguardia della trota lacustre».

Le campagne di monitoraggio degli anni precedenti hanno evidenziato una risalita in media di circa 50-60 esemplari annui tra maschi e femmine, fenomeno dovuto esclusivamente a forti fenomeni temporaleschi che avevano temporaneamente alzato il livello del fiume. L’anno passato, stagione avara di piogge, sono stati censiti solo 4 esemplari in risalita. «Si sta facendo qualcosa per obbligare Enel a rientrare nei parametri di legge e rilasciare l’acqua dovuta? E ancora: è possibile chiedere un rilascio temporaneo, per circa 10-12 giorni nel mese di dicembre, per salvaguardare almeno in forma parziale il fenomeno di risalita della trota lacustre?. Basterebbe davvero poco per evitare il disastro».

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