Ecologiche e smart: ecco le boe del futuro

di Luciano Scarpetta
Una delle boe intelligenti usate durante una gara di surf:  ciascun dispositivo costa circa 7000 dollari
Una delle boe intelligenti usate durante una gara di surf: ciascun dispositivo costa circa 7000 dollari
Una delle boe intelligenti usate durante una gara di surf:  ciascun dispositivo costa circa 7000 dollari
Una delle boe intelligenti usate durante una gara di surf: ciascun dispositivo costa circa 7000 dollari

Boe intelligenti, e soprattutto ecologiche, sono state testate per la prima volta sul Garda lo scorso fine settimana, in occasione di una gara organizzata dal Circolo Surf Torbole. Intelligenti innanzitutto perché grazie a una app le boe sono manovrabili con uno smartphone. Ecologiche perché sarebbe una fantastica soluzione alle attuali boe con peso in cemento a perdere di cui il lago farebbe volentieri a meno. «IL PRIMO TEST - spiega soddisfatto il presidente del sodalizio sportivo Armando Bronzetti - è andato bene, anche se le boe necessitano di qualche ulteriore messa a punto. La soluzione è innovativa e consente tra le altre cose di modificare con estrema facilità il campo di regata spostando velocemente il posizionamento delle boe. Per il futuro c’è da capire se il sistema potrà essere condiviso da altre associazioni gardesane e implementato anche per le classi veliche. È un ottimo punto di partenza su cui lavorare». Ma come funzionano? «Sono equipaggiate con due galleggianti e dotate di un motore autoalimentato a batteria che le fa ruotare a 360 gradi, stabilizzandole - spiega Alessandro, socio del Circolo Surf Torbole - Tramite un semplice smartphone abilitato alla connessione dati con segnale Gps, si inviano al sistema ricevitore le coordinate per indirizzare la boa nel punto giusto segnalando il campo di regata». Senza ancoraggi al fondale. Essendo prototipi, i tre modelli in prova, forniti da una ditta americana, costano circa 7000 dollari l’uno. «Potrebbe in ogni caso essere la soluzione ideale non solo per noi ma anche per gli altri circoli del lago - è l’analisi del presidente Armando Bronzetti - nelle prossime regate le boe verranno testate anche dal Circolo vela Torbole e l’augurio è che anche altri possano seguire l’esempio». Quello dei cordini da regata abbandonati sui fondali è un problema che periodicamente viene a galla in occasione di affioramenti, sgraditi ritrovamenti o episodi come quello recente di Gardone Riviera, con la condotta fognaria rimasta per giorni pericolosamente in tensione proprio per colpa di alcuni di questi, dopo essere stata trascinata a fondo da una chiatta colata a picco. «Anche in occasione del ritrovamento del Dukw, il carro anfibio americano affondato alla fine della seconda guerra mondiale, individuato nel dicembre 2012 a 3.500 metri a sud del litorale di Riva del Garda - ricorda Mauro Fusato del Nucleo Sommozzatori dei Volontari del Garda - la presenza dei cordini di nylon attorno al relitto si è rivelata consistente. Utilizzati da chi organizza le regate veliche per posizionare le boe di virata tramite un corpo morto, generalmente uno o più prismi in cemento, in tante occasioni invece di essere recuperati dopo la gara vengono lasciati sul fondo con il relativo cordino lungo almeno 300 metri. Poi ci pensano le correnti a muoverli e farli attorcigliare attorno a tutto ciò che si trova sui fondali». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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