Arriva la stangata sui furbetti del coregone

di Luciano Scarpetta
L’incubatoio ittiogenico di Desenzano: quest’anno sono stati raccolti 65 milioni di uova di coregoneUn gavone di coregoni confiscato ai bracconieri: multe da 2000 euro
L’incubatoio ittiogenico di Desenzano: quest’anno sono stati raccolti 65 milioni di uova di coregoneUn gavone di coregoni confiscato ai bracconieri: multe da 2000 euro
L’incubatoio ittiogenico di Desenzano: quest’anno sono stati raccolti 65 milioni di uova di coregoneUn gavone di coregoni confiscato ai bracconieri: multe da 2000 euro
L’incubatoio ittiogenico di Desenzano: quest’anno sono stati raccolti 65 milioni di uova di coregoneUn gavone di coregoni confiscato ai bracconieri: multe da 2000 euro

Luciano Scarpetta Quest’anno non sarà necessaria la proroga del divieto di pesca al coregone, prelibato pesce nella cucina di lago: il periodo della riproduzione è avvenuto senza particolari problemi per la fauna ittica, gli incubatoio sono pieni di uova fecondate (65 milioni). Ma anche i gavoni dei bracconieri, i pescatori di frodo, sono piene. Per loro, tuttavia, da quest’anni sono scattate le maxi multe: 40 euro per ogni pesce pescato in tempi e con modi illegali, con verbali fino a 2.000 euro e oltre. «LA PRESENZA del coregone è stata massiccia e grazie all’aiuto dei pescatori professionisti della sponda bresciana del lago - spiega il commissario capo responsabile del nucleo ittico venatorio provinciale. Dario Saleri - l’incubatoio di Desenzano è praticamente pieno di uova, circa 65 milioni. A differenza del 2016, quando la “frega” era stata posticipata a causa delle temperature atipiche, quest’anno sul Garda tutto è andato a meraviglia. Intorno al 15 gennaio abbiamo notato che la quantità di uova giornaliera raccolta era passata dai 280 litri a 120, il segnale del termine della riproduzione; perciò abbiamo sospeso il divieto di pesca». Il coregone è una risorsa: rappresenta da solo il 40% del pescato complessivo dei professionisti autorizzati, pari a circa 400 tonnellate medie annue. Proprio per questo anche nelle ultime settimane non sono mancati gli episodi di bracconaggio rilevati dalla Polizia provinciale su tutta la costa bresciana. «I CONTROLLI effettuati ogni sera - afferma Dario Saleri – hanno seguito la pesca in deroga nel tratto da Sirmione a Limone. Una dozzina le sanzioni elevate ai bracconieri oltre al sequestro di tre bilancini e una quindicina di reti». Nelle reti abusive, alcune lunghe anche decine di metri, sono stati trovati oltre 150 chili di coregoni. «Nonostante la nuova legge sulla pesca consenta ora sanzioni più elevate, con l’introduzione del penale anche per l’utilizzo di reti senza autorizzazione - commenta Saleri - c’è sempre qualcuno che rischia il tutto per tutto. Nello specifico abbiamo elevato sanzioni in qualche caso superiori ai 2 mila euro perché la normativa prevede il cumulo della sanzione per ogni singolo pesce: 20 euro ad esemplare se può essere rigettato in acqua vivo, 40 se morto». Oltre all’inasprimento delle sanzioni amministrative, anche i fattori ambientali hanno contribuito a fare da deterrente alla pesca di frodo: «Il livello basso del lago (siamo a mezzo metro in meno rispetto allo stesso periodo del 2016) ha diminuito la distanza tra le zone di frega e le profondità del fondale - spiega infatti il comandante Dario Saleri - lasciando un po’ più all’asciutto le velleità dei bracconieri». •

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