Discarica Castella
«congelata»
fino all’estate

di Cinzia Reboni
Una delle manifestazioni di protesta contro l’apertura della discarica Castella tra Rezzato e Buffalora
Una delle manifestazioni di protesta contro l’apertura della discarica Castella tra Rezzato e Buffalora
Una delle manifestazioni di protesta contro l’apertura della discarica Castella tra Rezzato e Buffalora
Una delle manifestazioni di protesta contro l’apertura della discarica Castella tra Rezzato e Buffalora

Cinzia Reboni Il futuro della Castella 2 è «congelato» fino al 5 giugno. I giudici del Tar hanno infatti fissato per quella data la sentenza di merito, senza valutare la richiesta di sospensiva cautelare chiesta dai Comuni di Rezzato, Brescia, Borgosatollo e Castenedolo che si oppongo all’apertura della nuova discarica. Gli avvocati hanno accettato la proposta del giudice, che ha ritenuto fondamentale una maggiore conoscenza del Suap Gaburri - lo sportello unico per le attività produttive relativo agli impianti per la lavorazione di inerti - nel bacino dell’Ate 25. I tempi della giustizia amministrativa saranno dunque per una volta celeri. «LA SENTENZA di merito fissata a breve è un segnale positivo - sostiene Angela Maria Paparazzo, consigliere comunale di Brescia con delega al “caso“ Castella -. Se non altro il 5 giugno sapremo qual è l’indicazione del Tar e, in base a quella, ci potremo strutturare come Comuni sulla strada da seguire. Quel che è certo, è che dopo quella data ci sarà un ricorso in appello al Consiglio di Stato: o da parte nostra o di Garda Uno. É il gioco delle parti». Il braccio di ferro insomma proseguirà con una mobilitazione generale che punta a coinvolgere anche consiglieri regionali e parlamentari bresciani. I cittadini e gli amministratori non intendono arretrare di un passo e tenteranno in ogni maniera di bloccare la discarica incastonata tra Rezzato e Buffalora. Ma nel frattempo cosa accadrà? «Sicuramente Garda Uno procederà con i lavori di realizzazione del sedime della discarica, ma non credo avranno modo di conferire i rifiuti - sostiene Angela Maria Paparazzo -, anche perchè se si trovassero poi di fronte ad una sentenza sfavorevole, i costi per la rimozione dei rifiuti sarebbero altissimi». Secondo il consigliere comunale delegato alla Castella «in questo momento è importante dialogare. I dirigenti della Provincia che hanno dato il permesso per la discarica non hanno fatto altro che applicare la normativa - rimarca Angela Maria Paparazzo provando a mitigare le polemiche che hanno investito il Broletto -. Si tratta piuttosto di un aspetto politico, e da questo punto di vista mi sento di dire che in due anni non è mai stata mossa nemmeno una carta». ANCHE IL SINDACO di Rezzato, Davide Giacomini, ritiene che «la richiesta arrivata dal tribunale sia la più corretta a livello di procedure», ma «la posizione dei Comuni contrari alla discarica non cambia». Alla proposta di mediazione avanzata nei giorni scorsi da Garda Uno, peraltro accolta freddamente e con scetticismo dal territorio e dalle istituzioni, il vicesindaco di Rezzato, Emanuela Ogna, risponde che «sedersi intorno ad un tavolo non vuol dire arrendersi. Se si parla di compensazioni e c’è uno spiraglio possibile a favore dei cittadini, ben venga. Ma questo non significa cambiare le regole della trattativa. Questo territorio ha già dato troppo in termini di sfruttamento ambientale». L’area tra Rezzato e Buffalora è già gravata da numerose criticità ambientali. Il progetto di conferimento di 900 mila metri cubi di rifiuti - anche se la prima stesura ne prevedeva un milione e 600 mila - è pur sempre ad alto impatto, e la discarica - che si trova a soli 700 metri di distanza dall’abitato di Buffalora - resterà attiva per molti anni. «Ci troviamo poi di fronte ad una clamorosa contraddizione - ha sottolineato recentemente il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono -, visto che la Provincia ha riconosciuto il Plis Parco delle Cave di Buffalora e San Polo e, poco dopo, ha dato l’ok al progetto Castella che va contro le politiche di valorizzazione del territorio promosse dall’Amministrazione comunale». L’ATTESA NON SARÀ LUNGA, meno di quattro mesi. I Comuni sono disposti ad aspettare, «ma non possiamo accettare proposte improponibili - conclude il vicesindaco di Rezzato Emanuela Ogna -: noi dobbiamo tutelare soprattutto i nostri cittadini». E in questo contesto la Castella finirà inevitabilmente al centro del dibattito elettorale. I sindaci dei Comuni coinvolti dal progetto dovranno incentivare l’offensiva contro il progetto, quelli soci di Garda Uno dovranno spiegare agli elettori come conciliare le posizioni ambientaliste assunte su altre operazioni, con il sostegno a un’operazione che non fa altro che spostare il problema dello smaltimento rifiuti su paesi e popolazioni già soffocate dall’inquinamento. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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