Centrale a turbogas, il Governo si è già defilato

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Un rendering della futura centrale a turbogas alla Stefana di Nave
Un rendering della futura centrale a turbogas alla Stefana di Nave
Un rendering della futura centrale a turbogas alla Stefana di Nave
Un rendering della futura centrale a turbogas alla Stefana di Nave

«Se prima c’erano dubbi oggi ci sono, purtroppo, solo certezze. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa non ha alcuna idea. Ho chiesto chiaramente a cosa ne pensasse della costruzione di una centrale termoelettrica nell’area Duferco e la risposta non c’è stata. Anzi, il ministro Costa non si è neppure degnato di presentarsi in aula». Sono le amare parole del senatore bresciano di Fld Giampietro Maffoni di fronte alla risposta all’interrogazione presesentata sul progetto dell’impianto che dovrebbe sorgere all’interno della ex Stefana di Nave. Il ministro Sergio Costa ha disertato il «question time» delegando al ministro per i rapporti con il parlamento Riccardo Fraccaro il compito di leggere da uno schermo di un telefono la risposta articolata nella forma, laconica nella sostanza: «I tecnici stanno valutando i permessi e le questioni di carattere burocratico, prematuro esprimersi», è in estrema sintesi il pensiero di Costa. «È ovviamente doveroso che gli uffici ministeriali facciano questo, ma ciò che avevo intenzione di capire era se il Governo ha pianificato una politica ambientale oppure no. Temo, però, che oggi sia indirettamente arrivata la risposta», ha dichiarato Maffoni senza nascondere la sua delusione. «A questo punto è certificato il fatto che il dicastero ambientale è un soggetto totalmente assente in questa partita e che le istituzioni locali dovranno comprendere autonomamente quali sono le opportunità oppure i rischi di un operazione di questo tipo». Il senatore di Fld ha annunciato che nei prossimi giorni incontrerà i sindaci sul territorio «per valutare quale sia la strada migliore da intraprendere. Nessuno è contrario a priori ad interventi di questo tipo, tutt’altro - ha precisato Maffoni -. Se la tecnologia di oggi può aiutare, infatti, ben venga. Ma credo che il compito della politica sia quello di rapportarsi con i territori e di comprendere insieme alle istituzioni quali siano le linee migliori da seguire per il bene della popolazione». Sullo sfondo però resta la protesta dei residenti e degli amministratori di un territorio già soffocato dai «veleni» industriali e dalle polveri sottili, inquinante che nonostante le più avanzate tecnologie verranno prodotto anche dalla centrale. Dai due camini dell’impianto usciranno 900 mila metri cubi di fumi. Sul progetto finito sotto un fuoco incrociato di polemiche e recriminazioni è stata presentata al ministero dell’Ambiente un’interrogazione firmata dal deputato del Pd Alfredo Bazoli. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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