Brescia pressing sul
Governo, fino al 2023
stop alle discariche

di Cinzia Reboni
La Provincia chiede di bloccare fino al 2023 le nuove discariche
La Provincia chiede di bloccare fino al 2023 le nuove discariche
La Provincia chiede di bloccare fino al 2023 le nuove discariche
La Provincia chiede di bloccare fino al 2023 le nuove discariche

Brescia non sarà paragonabile alla Terra dei fuochi, ma resta pur sempre la pattumiera d’Italia. La mozione presentata a fine luglio da Marco Apostoli della lista Provincia Bene Comune, «ripulita» dai passaggi risultati allora sgraditi a buona parte dei consiglieri provinciali - su tutti, appunto, quello dell’accostamento alla drammatica situazione in Sud Italia dei primi anni Duemila -, è stata riproposta ieri in aula, dove ha ottenuto l’unanimità dei voti. In sostanza, si impegna il presidente della Provincia a chiedere alla Regione e al ministero dell’Ambiente una moratoria di cinque anni sul conferimento dei rifiuti speciali destinati all’incenerimento e ai bacini di smaltimento, e il blocco alle autorizzazioni di nuove discariche, «applicando le misure legislative nazionali più restrittive». Lo stop è la pre-condizione per monitorare tutti i siti compromessi e redarre un Piano generale di bonifica del territori. La seduta del Consiglio provinciale è stata seguita anche dai rappresentanti dei Comitati protagonisti della manifestazione promossa poco prima per protestare contro il via libera alla discarica Castella 2. «I nostri tecnici hanno sempre operato nel rispetto delle norme che altri ci impongono - ha sottolineato il consigliere Diego Peli, quasi rispondendo alla tacita domanda dei presenti -. Occorre un dispositivo che ci metta nella condizione di fare delle scelte». Il presidente Pier Luigi Mottinelli è andato oltre: «Su questo tema credo di essere sempre stato coerente» ha spiegato, prendendo ad esempio il fatto che «come Provincia ci siamo costituiti anche contro la Padana Green di Montichiari». Ma il problema è quello delle competenze legislative: «Volete un caso eclatante di impotenza politica? Leggete la delibera del Tar sulla Gedit di Calcinato, dove il giudice arriva a dire che un Comune su certe materie non può deliberare. I tecnici fanno il loro lavoro in scienza e coscienza - ha aggiunto Mottinelli -, e se non lo facessero potrebbero essere denunciati dal proponente la discarica o dal ricorrente». «Esiste un forte conflitto tra le scelte tecnico-giuridiche rispetto al disagio marcato e forte dei cittadini - ha ammesso Isidoro Bertini, consigliere provinciale e sindaco di Manerba, Comune socio di Garda Uno, proponente della discarica Castella 2 -. È auspicabile un avvicinamento tra le due parti, ed una valutazione più corretta e adeguata di questo tipo di problema».

MARCO APOSTOLI ha sottolineato che «le norme attuali facilitano chi vuole fare le discariche, e non stanno dalla parte di chi deve difendere il territorio. La mozione non cerca colpevoli, ma prende atto che i Comuni da soli sono impotenti. La nostra provincia fotografa una situazione insostenibile: nel 2016 sono state seppellite in discarica 2.578.169 tonnellate di rifiuti speciali, pari al 76,47% di quelli interrati in tutta la Lombardia ed al 21,3% di tutti quelli conferiti in discarica in Italia. Chiediamo al ministero un aiuto, affinché fermi il conferimento di rifiuti da tutta Italia nel Bresciano. Teniamoci i nostri, che sono già tanti. Questa è la nostra voce, che raccoglie le sollecitazioni dei sindaci: la Provincia deve prendere a cuore il problema e portarlo agli enti superiori, che dovranno rispondere ai cittadini del loro operato».

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