Ucciso a coltellate,
chiesti 30 anni
per l’omicida

di Mario Pari
Le indagini su luogo del delitto poche ore dopo l’omicidio FOTOLIVE
Le indagini su luogo del delitto poche ore dopo l’omicidio FOTOLIVE
Le indagini su luogo del delitto poche ore dopo l’omicidio FOTOLIVE
Le indagini su luogo del delitto poche ore dopo l’omicidio FOTOLIVE

Per la decisione del giudice bisognerà attendere il cinque aprile prossimo. Quello di ieri, in ogni caso, nel processo che si sta celebrando con rito abbreviato contro Dione Cheikh, è stato il giorno della discussione. Il senegalese deve rispondere di omicidio volontario per quanto avvenuto il 5 marzo scorso a Calcinato, quando uccise con 12 coltellate Gennaro Esposito. Nell’udienza di ieri l’accusa, rappresentata dal pm Erica Battaglia ha chiesto la condanna a 30 anni.. La difesa ha invece sottoposto al giudice la richiesta di una perizia psichiatrica. Richiesta che è già stata respinta una volta. Dione Cheikh è assistito dall’avvocato Christian Beatrici, le parti civili dall’avvocato Loretta Pelucco. Il delitto avvenne verso le 19.30 di una domenica sera, nei pressi dell’abitazione dell’imputato. L’allarme venne lanciato dai vicini di casa che avevano udito le urla. In realtà l’aggressione era iniziata nella casa del senegalese e la vittima aveva cercato di darsi alla fuga. Ma tutto si è rivelato inutile. Anche i tentativi di rianimare Gennaro Esposito da parte del personale sanitario, arrivato immediatamente dopo l’accoltellamento. Gennaro Esposito era arrivato a casa della vittima poco prima che si scatenasse la furia omicida con l’inseguimento lungo via san Germano. L’OMICIDA, sin dai primi interrogatori era rimasto in silenzio o aveva pronunciato frasi sconnesse. Nulla che consentisse, in ogni caso di risalire al movente. I carabinieri erano risaliti a lui sin dalle ore successive al delitto. E sempre dalle fasi iniziali delle indagini aveva preso corpo, nella linea difensiva dell’avvocato Beatrici, l’ipotesi di una perizia psichiatrica. Perizia che per una volta è stata negata. Se non venisse disposta nemmeno stavolta ci si troverebbe di fronte alla conclusione in primo grado con il pm che ha ritenuto non concedibili le attenuanti generiche, chieste invece dalla difesa. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti