Tragedia Tornado
Due comandanti
davanti al giudice

di Valentino Rodolfi
Una coppia di Tornado del 6° Stormo di Ghedi, l’unità dell’Aeronautica a cui appartenevano i quattro ufficiali deceduti nell’agosto del 2014
Una coppia di Tornado del 6° Stormo di Ghedi, l’unità dell’Aeronautica a cui appartenevano i quattro ufficiali deceduti nell’agosto del 2014
Una coppia di Tornado del 6° Stormo di Ghedi, l’unità dell’Aeronautica a cui appartenevano i quattro ufficiali deceduti nell’agosto del 2014
Una coppia di Tornado del 6° Stormo di Ghedi, l’unità dell’Aeronautica a cui appartenevano i quattro ufficiali deceduti nell’agosto del 2014

Saranno trascorsi quattro anni e mezzo dalla tragedia quando, il prossimo 24 gennaio, il Gup del Tribunale di Ascoli Piceno dovrà prendere la decisione: prosciogliere, oppure mandare sotto processo, i due ufficiali dell’Aeronautica indagati per lo scontro in volo fra due Tornado che il 19 agosto del 2014, nei cieli delle Marche, provocò la morte di quattro piloti del 6° Stormo di Ghedi.

QUESTA LA NOVITÀ: la Procura marchigiana, che da quattro anni indaga sul disastro per competenza territoriale, ha trasmesso al Giudice per l’udienza preliminare la richiesta di rinvio a giudizio per i due ufficiali indagati, che rivestivano incarichi di preparazione e coordinamento della missione. Si tratta del comandante del 154° Gruppo di volo «Diavoli rossi», maggiore Bruno Di Tora, e del maggiore Fabio Saccottelli, Capo cellula pianificazione nell’ambito di quella fatale esercitazione: rischiano un processo per i reati di disastro aviatorio e omicidio plurimo colposo. Si scontrarono in volo due Tornado Ids del 6° Stormo e non ci fu scampo per i quattro ufficiali a bordo: i capitani Mariangela Valentini, Paolo Piero Franzese, Alessandro Dotto e Giuseppe Palminteri, piloti e navigatori dei due cacciabombardieri. L’ipotesi sulla quale ha lavorato la Procura di Ascoli è che quel volo di esercitazione (doveva simulare un attacco coordinato al suolo) sia stato pianificato male. Che gli errori della catena di comando in fase di preparazione, per le presunte responsabilità di chi coordinava da terra e non dei piloti in volo, abbiano portato i due Tornado a trovarsi in rotta di collisione. Nelle 8 pagine della richiesta di rinvio a giudizio, per ampia parte un «copia incolla» dell’avviso di conclusione indagini recapitato l’estate scorsa ai due ufficiali indagati, si parla di «imprudenza, imperizia, negligenza» e di mancato rispetto del «Programma prevenzione incidenti in vigore presso il 6° Stormo». Così si legge, fra le pagine che ricostruiscono i presunti, ma numerosi, errori di pianificazione attribuiti ai diretti superiori delle quattro vittime.

CONCLUSIONI, fra l’altro, completamente diverse da quelle che erano raggiunte due anni fa, nel maggio 2016, quando la stessa Procura di Ascoli aveva chiesto l’archiviazione di un prima tranche di indagini, a carico non di due ma di cinque ufficiali, senza ravvisare responsabilità. Su istanza dei congiunti delle vittime, il Gip bocciò tuttavia la richiesta di archiviazione e dispose una riapertura dell’indagine, affidata personalmente al Procuratore capo di Ascoli Piceno, Umberto Gioele Monti. Furono quindi valutate altre perizie e tratte conclusioni opposte a quella prima tranche di indagini, fino a comporre le ipotesi sulle presunte responsabilità dei due ufficiali che il 24 gennaio si troveranno in Tribunale davanti al Gup.

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