Tentato stupro,
Il sindaco invoca
prevenzione

di Valerio Morabito
Il tentato stupro con rapina sta alimentando indignazione e rabbia
Il tentato stupro con rapina sta alimentando indignazione e rabbia
Il tentato stupro con rapina sta alimentando indignazione e rabbia
Il tentato stupro con rapina sta alimentando indignazione e rabbia

È una indignazione più che comprensibile quella manifestata soprattutto attraverso i social network da molte persone di Remedello in seguito al tentativo di stupro (e alla rapina) di una ragazza di 20 anni di origini straniere ma di nazionalità italiana, da parte di un nigeriano accolto come richiedente asilo.

La gente manifesta rabbia e le istituzioni si interrogano sul problema della gestione di alcuni profughi: il responsabile dell’aggressione, un ragazzo di 19 anni, insieme ad altri rifugiati faceva la spola fra la città, dove era ospitato, e la Bassa per chiedere l’elemosina davanti ai negozi. Era stato identificato per questo nei giorni precedenti il tentativo di violenza dai carabinieri, e grazie a ciò i militari sono risaliti a lui. Decisivo, poi, il confronto in caserma: la vittima lo ha riconosciuto senza esitazioni. Nonostante lo shock, la ragazza ha avuto la forza di denunciarlo e di raccontare i particolari dell’incubo: dalle offese agli schiaffi ricevuti perchè lasciasse la presa sulla borsetta.

È SUCCESSO tutto in pieno giorno vicino alla stazione; due elementi che oltre alla rabbia fanno crescere la preoccupazione dei residenti. Il sindaco di Remedello invita però a non generalizzare: sul fatto che il responsabile sia un richiedente asilo e sul luogo in cui è avvenuto il tentato stupro. «Nel nostro paese non c’è un allarme sicurezza, ma è chiaro che non possiamo abbassare la guardia di fronte a episodi simili. Al di là della singola situazione - ha commentato Francesca Ceruti - sono fatti che devono far riflettere». In questi anni il Comune ha promosso diversi eventi per sensibilizzare e informare sulla violenza di genere, e questo caso ha riportato il problema al centro del dibattito. «La nostra attenzione resta alta a prescindere dalla nazionalità di chi lo ha compiuto - aggiunge Francesca Ceruti -. Certo la gestione dei profughi è un problema da affrontare collettivamente senza creare tensioni. Noi crediamo nell’opportunità di fare sistema tra istituzioni per controllare evitando che avvengano violazioni della legge e della convivenza civile».

Sui social si stigmatizza il fatto che il nigeriano non sia stato arrestato ma solo denunciato, ma è stata solo applicata la legge che, scaduti i termini della flagranza, non consente più il fermo.

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