Sul murale batte il cuore di Dante Cusi

di Gianbattista Manganoni
Gli artisti in posa davanti al muro scelto per il dipinto che ricorderà il benefattore Dante Cusi
Gli artisti in posa davanti al muro scelto per il dipinto che ricorderà il benefattore Dante Cusi
Gli artisti in posa davanti al muro scelto per il dipinto che ricorderà il benefattore Dante Cusi
Gli artisti in posa davanti al muro scelto per il dipinto che ricorderà il benefattore Dante Cusi

Gianbattista Manganoni Un murale in via Dante Cusi a Gambara. Sono iniziati i lavori del dipinto dedicato a Dante Cusi, generoso benefattore al quale si deve la realizzazione della Casa di riposo che anch’essa porta il suo nome, emigrato di successo in Messico. L’idea è stata proposta un paio di mesi fa da Dario Rubessi a due giovani pittori studenti dell’Accademia di S. Giulia di Brescia: Andrea Cigala e Samuele Rongoni che ne hanno parlato anche con i pittori Maurizio Ferri e Pierangelo Minotti, pronti a raccogliere l’invito. IL MURO che si trova a pochi passi dalla casa di riposo era imbrattato da una scritta volgare ed il proprietario Luigi Merigo ha accettato la proposta. Anche l’amministrazione comunale ha trovato l’idea degna di interesse e ha dato il nulla-osta, impegnandosi all’acquisto delle vernici. Il lavoro dei pittori è naturalmente volontario. Un paio di anni fa alcuni pronipoti vennero a Gambara a visitare la casa di riposo fondata dal loro antenato, ricevuti dal sindaco Ferdinando Lorenzetti, dai dirigenti e personale del «Dante Cusi», da esponenti dell’archivio storico e da Mario Mometto che nel 2006 (allora vice sindaco) in vacanza con un amico in Messico in forma privata si recò nei luoghi dove visse Dante Cusi e realizzò alcuni filmati Cusi nacque il 17 novembre 1848 al Corvione, passò la sua giovinezza a Gambara e più tardi a Milano all’università (che non completò, in seguito alla morte del padre). Si trasferì nella prima metà del 1880 inizialmente negli Usa e poi contattato da un amico milanese, si reco in Messico nello stato di Michoacán. Fu la svolta della sua vita. Prima in società ed in seguito da solo, fondò nel 1903 l’azienda Lombardia e nel 1909 la Nueva Italia (c’è anche una località che si chiama Gambara). Uomo di carattere, mise l’anima per realizzare bonifiche agrarie, livellamenti e opere di canalizzazione dell’acqua e ingegneria idraulica, molto ardite e moderne per quel tempo. Le varie aziende si estendevano per chilometri su migliaia di ettari e Cusi, aiutato in seguito anche dai figli, costruì perfino una ferrovia interna che collegava per le varie proprietà, e anche una funivia che attraversava un canyon. In quella terra arida e avara, riuscì a coltivare il riso, ma anche limoni, e produceva aceto e olio di grande qualità, oltre che allevare migliaia di capi di bestiame. Nel 1911 nell’azienda Nueva Italia furono raccolti 2 milioni e 500mila chili di riso pulito e in pochi anni la produzione arrivò a circa 6 milioni, era conosciuto come «Rey de Arroz» (re del riso). Nelle sue aziende era presente un dottore, un dispensario medico, un gabinetto di medicinali, una chiesa e una scuola. I suoi dipendenti erano pagati bene e forniva loro l’assistenza sanitaria, insomma si potrebbe dire che sia stato un Adriano Olivetti ante litteram. Non dimenticò mai il suo paese d’origine Gambara, al quale nel 1926 fece avere i fondi per la costruzione della casa di riposo per anziani che porta il suo nome. Morì a Città del Messico nel 1932 all’età di 84 anni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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