Sgomento a Remedello Due funerali in sospeso

Era già tutto pronto, ma il dolore dovrà restare in sospeso ancora un po’. Colpa del rinvio del funerale di Gino Daldoss, il 90enne bresciano deceduto nell’ospedale di Asola per una polmonite batterica. Sembrava che il suo caso fosse estraneo al problema legionella, e invece la magistratura ha deciso che sono necessari ulteriori controlli sulla salma. Una decisione che ha ovviamente colto di sorpresa creando amarezza a Remedello Sopra: il feretro si trovava già nell’abitazione e i manifesti funebri erano stati affissi per le strade del paese. La stessa sorte toccata ai parenti e agli amici di Gianfranco Bignozzi, il 57enne morto di polmonite batterica nell’ospedale di Pavia il cui corpo, sempre per decisione della procura della Repubblica, dovrà essere sottoposto ad autopsia (nell’Istituto di Medicina legale dell’Università pavese): anche Bognozzi viveva a Remedello, e anche nel suo caso esiste il sospetto di una relazione tra la polmonite che l’ha ucciso e l’epidemia di fine estate. Intanto l’assessore calvisanese ai Lavori pubblici, Simone Ferrari, nella mattinata di ieri ha scritto all’Ats di Brescia per sollecitare l’azienda a «effettuare ulteriori controlli all’altezza del ponte della frazione Mezzane», un’area in cui in questa estate si sono create pozze di acqua stagnante. Accertamenti in corso anche sulla vedova dell’85enne deceduto a Carpenedolo: nella casa della coppia, nel sifone della doccia, era stato rinvenuto il batterio. L’ALLARME insomma resta, e si parla della probabile nascita di un comitato che dovrebbe raggruppare cittadini e persone colpite dall’epidemia. Il promotore è l’ambientalista di Ghedi Carmine Piccolo: «Ho portato all’attenzione del tavolo Basta veleni la questione - dice - e ho offerto la disponibilità a creare un comitato in grado di riunire le persone che hanno perso i propri cari per motivi ambientali».