Ponte sull’Oglio, via libera ai cantieri

di Cinzia Reboni
Una voragine aperta da un Tir
Una voragine aperta da un Tir
Una voragine aperta da un Tir
Una voragine aperta da un Tir

Cinzia Reboni «Altro che ministeri-lumaca! Quello alle Infrastrutture in meno di due mesi è riuscito a sbloccare e concludere un iter finito nel pantano della burocrazia da 12 anni». Non nasconde la sua legittima euforia il sindaco di Pontevico, Roberto Bozzoni. IL SOGNO DEL NUOVO ponte sull’Oglio destinato ad unire le province di Brescia e Cremona e a liberare definitivamente il traffico pesante dal centro storico, non è mai stato così a portata di mano. Ieri è stato firmato dalla Direzione generale per lo sviluppo del territorio del Mit un decreto che autorizza l’esecuzione delle opere relative alla tangenziale Robecco-Pontevico. Il progetto da 21 milioni di euro viene inserito nelle opere di pubblica utilità. «Il decreto taglia di almeno tre anni i tempi dell’iter ordinario - spiega Roberto Bozzoni -. Autovia Padana, che gestisce la A21, metterà a bilancio le risorse già nel 2019 e noi ultimeremo gli espropri: ci rimane da acquisire solo il 20% delle aree interessate dalla variante. Siamo fiduciosi che il cantiere possa aprire già in primavera». I lavori saranno complessi, e servirà almeno un anno e mezzo per completarli». «L’aspetto fondamentale è che possiamo fare affidamento su un player forte - continua il sindaco di Pontevico -. Autovia Padana gestirà l'opera in house, il che eviterà di affrontare la strettoia del bando di appalto europeo e ci consentirà di procedere speditamente». IL RISCHIO ERA QUELLO di dover riprendere tutto da capo, affrontando procedure lunghissime e macchinose. Invece si riparte di slancio, insomma da dove si era fermato il cammino dell’opera. Autovia Padana ha confermato le risorse e assicurato che il progetto redatto non va modificato. In realtà l’opera era già ripartita nel 2012 con l’affidamento alla ditta Codelfa, poi sospeso perché la concessione era scaduta. Il progetto prevede di costruire il ponte all’altezza della rotonda tra la ss 45 bis e la sp 64 a Chiesuola, dove è già tracciato il solco di strada verso il fiume. Insieme al viadotto, con un’estensione di 300 metri, l’ultimo lotto della tangenziale Pontevico-Robecco contempla l’ampliamento della provinciale 64 e la creazione di una rotonda nei pressi dell’azienda Modine. Il primo stralcio della circonvallazione - compresa tra l’innesto per Torchiera e il rondò di Chiesuola - ha portato significativi benefici al centro di Pontevico, in particolare su via Brescia, dove le vibrazioni dei camion stavano mettendo a repentaglio la stabilitá degli edifici più antichi, compresa la storica chiesa di San Rocco. Il traffico in uscita e entrata dal casello della A21 diretto o proveniente dalla provincia di Cremona continua tuttavia a transitare nell’angusta via XX Settembre, spina dorsale della viabilità di Pontevico. Capita spesso che i carichi eccezionali restino incastrati tra due abitazioni, che l’asfalto ceda al passaggio dei camion. Senza contare i pericoli di chi deve percorrere la strada in bicicletta o a piedi. La carreggiata stretta, i mini-marciapiedi, i passi carrabili che si affacciano sulla strada e un consistente passaggio di mezzi pesanti hanno spesso innescato incidenti gravi. Ci sono poi gli insopportabili livelli di inquinamento acustico ed atmosferico e le vibrazioni causate dal traffico pesante che minacciano la stabilità degli edifici che si affacciano su via XX Settembre. EMBLEMATICI a questo proposito i raffronti statistici sulla circolazione. Nelle ore di punta, nel 2000, sulla strada transitavano 140 camion ogni ora. Un flusso quasi triplicato nel 2016 (ultima rilevazione disponibile), sotto la spinta dell’ampliamento dell’area industriale vicina al casello dell’autostrada della A21. L’attuale ponte, ricostruito dopo il crollo di 41 anni fa, resterà a disposizione del traffico leggero. «SI TRATTA DI UN SUCCESSO per l’intero territorio che corre a cavallo delle due province - osserva il sindaco -, frutto del pressante lavoro diplomatico svolto in questi anni dagli enti locali per un intervento strategico per lo sviluppo economico del comprensorio di confine. E che hanno creduto nel rilancio di un’opera che sembrava caduta definitivamente nell’oblio». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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