Parte l’esposto del quartiere «La fonderia è un problema»

di Paolo Tedeschi
Una manifestazione dei residenti contro le emissioni della Fonderia Regali di Travagliato
Una manifestazione dei residenti contro le emissioni della Fonderia Regali di Travagliato
Una manifestazione dei residenti contro le emissioni della Fonderia Regali di Travagliato
Una manifestazione dei residenti contro le emissioni della Fonderia Regali di Travagliato

Odori e disagi «insopportabili»: dopo anni di telefonate a Arpa, Comune e Carabinieri, sit-in e proteste, una cinquantina di famiglie residenti attorno alla Fonderia Regali (gruppo Montini) di Travagliato ha imboccato la strada di un esposto alla Procura della Repubblica affinché accerti se si sia in presenza di reati penali inerenti il «getto pericoloso di cose e di violazioni penali al Testo unico dell’ambiente» ha spiegato ieri sera il loro legale Enrico Cortesi. ERANO PRESENTI anche il presidente del Circolo Legambiente Franciacorta Silvio Parzanini, la presidente dell’Associazione «Giulio Bruno Nicolini» Paola Nicolini, da circa 50 anni residente in una casa sorta a due passi dalla storica e pre-esistente azienda travagliatese, e pure un gruppo di residenti nel ben più recente quartiere residenziale di via del Pero, anch’esso contiguo alla fonderia. «Abbiamo appreso che il nostro esposto è stato accorpato a due precedenti procedimenti d’ufficio avviati su segnalazione rispettivamente dei carabinieri e dell’Arpa e su cui la Procura ha già in corso una serie di indagini che dovrebbero concludersi tra breve» ha fatto sapere Cortesi. «La questione di chi sia arrivato prima è molto relativa - si è infiammato Parzanini - perché le aziende devono comunque adeguarsi alle sempre più stringenti normative ambientali. Nessuno di noi ha nulla contro la Fonderia Regali, semplicemente riteniamo che anche con tutta la buona volontà e gli sforzi dell’azienda per adeguare gli impianti, il tipo di lavorazione della ghisa effettuata in quell’impianto sia incompatibile con la presenza di un così popoloso e contiguo villaggio residenziale». «A Castegnato - ha ricordato Parzanini - anni fa ci fu una situazione simile con la Ghial, ma poi grazie alla buona volontà dell’azienda e dell’amministrazione comunale si decise di spostare l’azienda fuori dal centro abitato, tra l’altro anche valorizzando a livello urbanistico il sito industriale storico, riuscendo così a rendere appetibile il trasferimento. Oltretutto per spostare le aziende fuori dai centri abitati sono disponibili ingenti finanziamenti regionali, nazionali ed europei. Nonostante gli interventi di miglioramento degli impianti annunciati e/o messi in atto dall’azienda in questi anni per ottenere la conferma dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, per i residenti nella zona la situazione non è cambiata e continuano a essere costretti a respirare fumi e odori nauseabondi, acri e fastidiosi per bocca e occhi». «Dobbiamo vivere letteralmente tappati in casa» ha conferma Paola Nicolini. «È chiaro che l’azienda non può essere spostata dall’oggi al domani, pertanto chiediamo che venga almeno fermata la produzione in attesa che tutti gli adeguamenti degli impianti vengano ultimati - prosegue Parzanini - e alla Provincia chiediamo di convocare un grande tavolo di concertazione con l’azienda, l’Arpa, il Comune, il Comitato ambiente/aria pulita e Legambiente per trovare insieme, e una volta per tutte, una soluzione a questa ormai annosa e irrisolta problematica».

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