Maxi depuratore,
a Montichiari
un terminale

di V.MOR.
Il  depuratore di Peschiera tratterà i reflui di Desenzano e Sirmione
Il depuratore di Peschiera tratterà i reflui di Desenzano e Sirmione
Il  depuratore di Peschiera tratterà i reflui di Desenzano e Sirmione
Il depuratore di Peschiera tratterà i reflui di Desenzano e Sirmione

Alla fine sarà «spezzatino»: una via di mezzo tra il mega depuratore ipotizzato dagli amministratori del Garda e la rete di micro impianti auspicata dal Governo e dai ministeri a Infrastrutture e Ambiente. A pagare il dazio più pesante sarà Montichiari dove sarà costruita la struttura destinata a trattare i reflui fognari del medio Garda. Secondo il nuovo schema, Sirmione e Desenzano scaricheranno nel potenziato impianto di Peschiera, mentre il resto dei paesi dell’alto Garda si aggancerà al collettore di Gavardo. La soluzione comunicata in queste ore al Comune di Acque Bresciane sarebbe quella ideale tra gli scenari affrescati dalla ricerca affidata all'Università di Brescia. Al depuratore di Montichiari si collegheranno Manerba, Moniga, Padenghe e Lonato. «Esprimiamo la nostra netta contrarietà a un progetto calato dall’alto, frutto di un compromesso che rischia di dare una spallata definitiva a un territorio ambientalmente stressato come quello di Montichiari – afferma il sindaco Mario Fraccaro –. Azioneremo ogni leva istituzionale per cercare di bloccare il progetto». Il Comune del resto stava lavorando da tempo a un piano strettamente locale per estendere la rete fognaria alla zona industriale della Madonnina e alle frazioni Boschetti, Campagnoli, Sant’Antonio, Rò e Santa Giustina. L’Aato non ha inserito nessun progetto da realizzare nella cittadina della Bassa nel quadriennio 2017-2020. Nel frattempo l’ente locale ha inserito la cifra previsionale di 5 milioni 400 mila euro nel Piano delle opere pubbliche 2020 proprio per ampliare il sistema di collettamento. Una somma che andrebbe aggiornata, dato che si basa sull’ultimo progetto analogo che risale al 1998. L'opzione Montichiari, ormai più di una semplice voce, rischierebbe di mettere a dura prova anche il fiume Chiese finito sotto l'occhio del ciclone in seguito all'epidemia di legionella scoppiata a fine luglio. Corso d'acqua, in sostanza, che fatica ad avere un deflusso minimo vitale ed è oggetto di sversamenti che ne compromettono l'esistenza. In un contesto del genere è stata accantonata l'opzione di Visano, visto che l'intreccio legale tarda a sciogliersi. In sostanza l'ultima diatriba giudiziaria aveva avuto come teatro la Corte di Cassazione. Per i giudici il contratto per la gestione del depuratore di Visano affidata dalla Provincia alla società Vstr non è mai stato rescisso. Quindi l'impianto resterà virtualmente a disposizione dei privati fino alla scadenza naturale dell’accordo. •

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