«Lo stupro era
falso, il caso
va archiviato»

di Paola Buizza
La prova del dna ha messo  fine  all’incubo giudiziario di un 32enne
La prova del dna ha messo fine all’incubo giudiziario di un 32enne
La prova del dna ha messo  fine  all’incubo giudiziario di un 32enne
La prova del dna ha messo fine all’incubo giudiziario di un 32enne

Paola Buizza Dopo lo scalpore, l'indignazione e le accuse, ora è il tempo della riabilitazione, delle contro denunce e relativi risarcimenti. Il caso di presunta violenza sessuale ai danni di una donna di 87 anni residente a Castelcovati, scoppiato nell’agosto 2016, è stato archiviato. E il romeno di 32 anni Saint Petrisor, additato dall'anziana come colpevole dello spregevole atto - balzato agli onori delle cronache nazionali - può ritenersi definitivamente uomo libero. Perché il rapporto sessuale era sì stato consumato, ma in modo consenziente tra l’anziana - oggi 89enne - e il suo amante, un 70enne, anche lui vicino di casa. Tutto poi era stato manovrato ad arte per incolpare il romeno, probabilmente solo per una questione di antipatia. I DIFENSORI DI PETRISOR hanno già annunciato azioni: una querela per calunnia aggravata nei confronti dell’anziana signora e del suo complice, tanto per iniziare. «Chiederemo un risarcimento alla corte d’Appello di Brescia per l’ ingiusta carcerazione e un risarcimento diretto all’anziana e al suo amante per la messa in scena. Non appena avremo in mano l’ordinanza di archiviazione, procederemo», annuncia l’avvocato Cristian Mongodi. A scagionare il manovale romeno era stata la prova del dna arrivata a novembre 2016. L'esame sul liquido seminale repertato nelle prime fasi delle indagini aveva stabilito che le tracce trovate sulle lenzuola della donna, che aveva sopporto denuncia con tanto di riconoscimento, non erano dello straniero, ma del suo amante. Nel frattempo, però, Saint Petrisor era rimasto in carcere per 45 lunghi giorni. Nonostante il risultato del test sul profilo genetico, l’anziana aveva continuato a sostenere, contro ogni logica - e contro la scienza - che il romeno l’aveva violentata. Un’ostinazione sulla quale la Procura ha messo ieri la parola fine. La prima richiesta di archiviazione era stata avanzata dal pm Ambrogio Cassiani lo scorso giugno. Il legale dell'anziana si era opposto e il giudice Luca Tringali aveva accolto la richiesta, disponendo nuove analisi tecniche sulla torcia e il coltello da cucina usati dal presunto stupratore e una bottiglietta di Coca cola trovata nell’abitazione dell’anziana. «Era stata solo riscontrata una traccia compatibile con una impronta papillare del mio cliente sulla bottiglia», commenta Mongodi. Nulla di probatorio, Saint Petrisor aveva frequentato quell’abitazione per normali rapporti di vicinato. Ieri il giudice, non ritenendo necessari ulteriori accertamenti, ha deciso che la vicenda andasse archiviata. SAINT PETRISOR, che dopo essere stato licenziato dalla ditta di Calcio a causa della vicenda è dovuto tornare in Romania, dove vive con moglie e figli, è stato informato dell’archiviazione. «È ovviamente contento - riferisce il legale Cristian Mongodi, che conclude - ci auguriamo che arrivi presto una risposta da parte della giustizia: è scandaloso che la signora sia stata ammessa al gratuito patrocinio. Fino a oggi lo Stato le ha pagato l’avvocato. Aspetto, questo, di non poco conto». •

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