TRAVAGLIATO. Ieri l’autopsia sulla salma di Bruno Santi l’agricoltore fulminato venerdì nell’impianto irriguo

La tragedia della
centralina: «Mio zio
ucciso da un fulmine»

di Paolo Tedeschi
La centralina irrigua in cui venerdì è morto folgorato l’agricoltore
La centralina irrigua in cui venerdì è morto folgorato l’agricoltore
La centralina irrigua in cui venerdì è morto folgorato l’agricoltore
La centralina irrigua in cui venerdì è morto folgorato l’agricoltore

Paolo Tedeschi

Un incredibile accavallarsi di coincidenze e casualità. Man mano che emergono nuovi dettagli, la scomparsa di Bruno Santi, il 74enne agricoltore e «campèr» di Travagliato rimasto folgorato venerdì mattina mentre si trovava all’interno della centrale irrigua privata di via Castrina, assume i contorni di un drammatico destino.

COLORO che conoscevano Bruno parlano di una persona non solo molto professionale, grazie a decenni di attento lavoro di gestione e manutenzione degli impianti idrici e irrigui di uno dei consorzi che gestiscono la rete irrigua, ma anche molto prudente e cauta. E ritengono impossibile anche solo pensare che all’origine della tragedia ci possa essere stato un errore umano. «L’ipotesi più plausibile - spiega il nipote Ivan Santi, che è un tecnico e ha tra l’altro progettato e diretto la radicale riqualificazione della caserma travagliatese dei carabinieri - è che la scarica elettrica non sia stata prodotta dalla rete che alimenta l’idrovora, ma da un fulmine che sarebbe risalito dal terreno attraverso il pozzo e che poi avrebbe colpito il mio povero zio. Quella mattina il cielo era coperto ed erano stati segnalati i fulmini. A conferma di questa ipotesi c’è il fatto che quando sono arrivati i soccorritori hanno trovato staccati sia il quadro elettrico dell’idrovora sia quelli che in gergo tecnico si chiamano ’coltelli’ e che garantiscono il collegamento elettrico tra la centrale idrovora e il vicino traliccio dell’Enel. Quell’impianto, che un tempo era di un consorzio e che ora è di proprietà di alcuni contadini e che capta acqua di prima falda a uso irriguo, ogni anno infatti viene acceso solo il 1° giugno». «Mio zio Bruno - aggiunge Ivan Santi - era andato a dare un’occhiata per vedere se era tutto in regola in vista della prossima accensione dell’impianto, aveva forse tolto qualche ragnatela, finchè non si è prodotto quel maledetto fulmine che si è scaricato proprio in quel momento e in quel punto».

ESPERITA l’autopsia, la salma di Santi è stata consegnata ai familiari. L’anziano «campèr» lascia la moglie Silvia, conosciuta a Travagliato per essere stata anche consigliere comunale durante l’amministrazione Bertozzi, e quattro figli: Giuliana, Ermete, coltivatore e allevatore, Angelo, titolare della Santi gomme, e Luca, titolare della Santi group autotrasporti. Quello di ieri non è stato l’unico dramma a colpire negli anni la famiglia Santi: in molti ricordano che nel 1993 Silvia e Bruno persero in circostanze drammatiche anche il figlio Claudio, allora 14enne investito sulla Sp 19. Il funerale è in programma domani alle 16 partendo dall’abitazione di via Castrezzato.

Suggerimenti