«La legge prevede le responsabilità»

di C.REB.
L’assessore Giulio Gallera
L’assessore Giulio Gallera
L’assessore Giulio Gallera
L’assessore Giulio Gallera

Immaginate dei mega aerosol, che invece di sostanze terapeutiche hanno nebulizzato nell'atmosfera della Bassa una nube batteriologica. Così le torri di raffreddamento avrebbero diffuso la legionella. Dietro il fenomeno, per le autorità sanitarie, non si nasconde necessariamente negligenza, considerato che mantenere in perfetta efficienza gli impianti è fondamentale per il ciclo produttivo. Semmai, individuata la fonte, il problema è capire dove sono le altre torri di raffreddamento per escludere nuove contaminazioni. L'assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha fatto una promessa: entro la fine dell’anno il Pirellone le censirà e stabilirà norme puntuali per la periodica sanificazione, mettendo in condizione l’Ats di controllare e sanzionare chi non segue le direttive. L'epidemia ha portato alla luce un «vuoto» normativo. Ad oggi non esiste infatti una mappatura precisa degli impianti, e la loro manutenzione è dettata da linee-guida, non da leggi. «Il recepimento delle linee guida, pur non essendo obbligatorio, non esime le aziende dalle responsabilità, tenendo anche conto che il riferimento alla legionella è presente nella legge relativa alla prevenzione riferita ai rischi biologici in ambienti di lavoro», spiega Anna Maria Panno, titolare della EsseBi&associati di Torino, un’azienda che opera nei sistemi di contrasto alla legionella e alle cariche batteriche in generale contenute nell’acqua. Quando una torre di raffreddamento è in funzione, ha inevitabilmente luogo un fenomeno di trascinamento di goccioline d'acqua, che seguono il flusso dell'aria e si disperdono nell'ambiente circostante, formando un aerosol in grado di veicolare queste gocce a distanze anche ragguardevoli. Questo significa che se l'acqua di torre contiene, come spesso accade, colonie batteriche e in particolare batteri patogeni, la diffusione di tali microrganismi nell'ambiente circostante può diventare un pericolo reale per chiunque viva, operi, o semplicemente si trovi a passare nelle vicinanze. «Per ridurre il rischio, la prima precauzione è la localizzazione in zone lontane dalle aree in cui le persone vivono e lavorano - sottolinea Anna Maria Panno -. Ma fondamentale è anche un buon trattamento dell'acqua e una sua continua sanificazione, unitamente ad una periodica e accurata manutenzione degli impianti. La disinfezione continua dell'impianto è l'elemento fondamentale per contrastare con efficacia legionella, salmonelle, spore, alghe e muffe». L’acqua delle torri di raffreddamento - che viene definita «tecnica» perchè rigira sempre negli stessi contenitori - «spesso non viene considerata pericolosa - spiega Anna Maria Panno - in realtà può generare il finimondo. L’acqua evapora, va nell’aria ed il vento può spostare i batteri anche per chilometri. Non è un caso che alcuni campionamenti nel Chiese abbiano evidenziato positività: inevitabile, in un fiume dove viene scaricato di tutto e di più. Le pozze d’acqua stagnante, surriscaldate dalle temperature stagionali, sono l'habitat ideale per la proliferazione del batterio». •

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