L’epidemia di polmonite ha ucciso ancora

di Valerio Morabito
L’epidemia di polmonite batterica  ha fatto un’altra vittima
L’epidemia di polmonite batterica ha fatto un’altra vittima
L’epidemia di polmonite batterica  ha fatto un’altra vittima
L’epidemia di polmonite batterica ha fatto un’altra vittima

L’emergenza sanitaria è rientrata da mesi, ma la polmonite batterica continua a uccidere. Una tragica ricaduta dell’infezione contratta a dicembre è stata fatale a una madre di famiglia 58enne di Alfianello. Si tratta dell’ottava morte sospetta dall’inizio dell’ondata batterica di polmonite e legionella registrata nella Bassa orientale che ha contagiato quasi mille persone. LA 58ENNE è deceduta all'ospedale di Cremona. L’epilogo tragico di un calvario che sembrava terminato. «Si è ammalata il 19 dicembre - racconta il marito -. L’infezione è stata talmente aggressiva da ridurla in coma». Solo dopo 8 giorni di terapia intensiva i medici hanno sciolto la prognosi. La paziente ha iniziato a riprendersi. Seppur lentamente. «In seguito – spiega il marito – ha svolto una riabilitazione in una clinica privata. Un percorso obbligatorio, considerando che faceva fatica a muovere le gambe e dunque a stare in piedi». In sostanza, in quelle settimane, il peggio sembrava passato. Ed invece la polmonite batterica è tornata prepotentemente nella prima settimana di marzo. Un vero e proprio incubo. LE CONDIZIONI sono progressivamente peggiorate al punto da spingere il medico di base a disporre il ricovero all'ospedale di Cremona il 6 marzo. Dove nonostante il prodigarsi dei medici è sopraggiunto il decesso. «I professionisti che si sono presi cura di mia moglie hanno cercato in tutti i modi di salvarla – racconta mestamente il marito –, ma non è stato possibile tipizzare il batterio». Il sospetto è che durante la prima infezione il germe abbia subito una modificazione diventando resistente alle terapie. Sta di fatto che la 58enne, la quale prima di contrarre la polmonite batterica era in perfette condizioni di salute. Le cartelle cliniche sono state acquisite dalla procura: un atto dovuto visto l’inchiesta aperta con l’ipotesi di reato di epidemia colposa a Brescia. Il decesso della 58enne di Alfianello si inserisce in un contesto geografico e temporale che va al di là degli studi e delle analisi condotte dalle autorità sanitarie e dalla magistratura in questi mesi. Proprio come era successo ad una 69enne di Montichiari, che poco prima l'ondata di epidemia aveva perso la vita a causa di una polmonite batterica causata dalla complicazione di un’infezione del virus H1N1, la cosiddetta febbre suina. PROPRIO ALLA luce della successiva epidemia di polmonite batterica, il caso della pensionata era stato portato alla luce delle autorità sanitarie dai familiari che hanno acquisito le cartelle cliniche per stabilire eventuali nessi tra il decesso e l’ondata infettiva registrata nella Bassa orientale. Il virus – avevano precisato i medici che avevano avuto in cura la paziente nelle cartelle cliniche - si era sovrapposto ad altre patologie delicate e gravi, non lasciando scampo all’anziana. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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