Gli scavi alla Pieve scoprono le mura dell’antico battistero

di Riccardo Caffi
Gli scavi davanti alla Pieve di Bigolio di OrzivecchiLe mura portate alla luce dagli Amici della Disciplina
Gli scavi davanti alla Pieve di Bigolio di OrzivecchiLe mura portate alla luce dagli Amici della Disciplina
Gli scavi davanti alla Pieve di Bigolio di OrzivecchiLe mura portate alla luce dagli Amici della Disciplina
Gli scavi davanti alla Pieve di Bigolio di OrzivecchiLe mura portate alla luce dagli Amici della Disciplina

«Abbiamo trovato il battistero». L’associazione Amici della Disciplina Onlus di Orzivecchi annuncia con soddisfazione che «il muro in mezzo al campo, a sera della pieve, è del battistero di San Giovanni, citato nel ’500 dal vescovo Domenico Bollani nella sua visita alla parrocchia». LE FONDAMENTA dell’antico edificio, accanto al quale sono state rinvenute alcune tombe a cappuccina, sono state portate in luce dallo scavo archeologico che la parrocchia ha commissionato a Sandro Guerini. La ricerca, avallata dalla Soprintendenza archeologica per le province di Brescia e Bergamo e seguita passo passo da Andrea Breda, è finanziata dagli Amici della Disciplina, da tempo impegnati a raccogliere fondi da destinare all’acquisizione di notizie certe sulle origini della pieve e sulla sua storia. Lo scavo meticoloso apre le pagine che raccontano la storia della Pieve di Bigolio, alla quale facevano riferimento i cristiani delle comunità di Orzivecchi, Pompiano, Corzano, Gerolanuova, Zurlengo, Comezzano, Ludriano, Roccafranca, che qui avevano il fonte battesimale, l’altare, le tombe. «La pieve primitiva doveva essere una chiesa battesimale, eretta già forse nel V o al più tardi nel VII secolo e costruita secondo il modello delle chiese dell’epoca» ipotizza il soprintendente Breda. Dallo scavo riemergono le fondamenta dell’ampia facciata, rivolta ad ovest e larga circa 24 metri. Al centro, il portale di 3 metri, davanti il pronao, probabilmente a tre arcate come il portico attuale e, nel piazzale, di fronte alla facciata, il bel battistero di San Giovanni, largo circa 12 metri e profondo fino alla falda. «Lo scavo sull’area della pieve si sta dimostrando molto interessante - commenta il presidente degli Amici Giuseppe Busetti -. Oltre al ritrovamento delle fondamenta del battistero, si possono identificare con certezza le facciate della chiesa più antica, di epoca altomedioevale, e della seconda, più piccola, eretta dopo il Mille». In un’epoca in cui i materiali edili venivano quasi completamente riutilizzati, un solido cippo romano in marmo è stato posto come pietra d’angolo tra la facciata e la parete nord. «È rovesciato, con la scritta verso il terreno, come a significare la vittoria sul paganesimo, che tuttavia non rinnega il sapere precedente» commenta Guerini. La ricerca evidenzia come la nuova Pieve di Bigolio avesse una facciata non più larga di 14 metri, sufficiente per una chiesa che ormai non era più punto di riferimento per le comunità della zona. La pieve attuale, girata di 180°, che guarda quindi a est, venne completata nell’anno 1586, come testimonia la scritta incastonata nella parete esterna dell’abside. •

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