Fontanile «avvelenato», parte la bonifica

di Cinzia Reboni
I carabinieri del Noe hanno indagato sulla discarica abusiva
I carabinieri del Noe hanno indagato sulla discarica abusiva
I carabinieri del Noe hanno indagato sulla discarica abusiva
I carabinieri del Noe hanno indagato sulla discarica abusiva

Le indagini della procura e del Noe dei carabinieri non sono riuscite a risalire ai responsabili di disastro ambientale e ora dovrà essere il Comune ad assumersi l’onere di bonificare il sudario di veleni che ha deturpato Fontana d’Arrigo di Bagnolo Mella. La zona contaminata - 24 mila metri quadrati, per una profondità di circa 5 metri, al confine con Montirone - appartiene in parte al demanio e in parte ad un privato, ma dal momento che non è stato possibile individuare l’autore dell’inquinamento, l’obbligo di bonificare l’area passa al Comune, che dovrà riportarla alle condizioni originarie. UN PAIO DI ANNI FA, per la messa in sicurezza del sito si era ipotizzato un costo che galleggiava attorno ai 4 milioni di euro. Una cifra insostenibile per un Comune. L’Amministrazione civica ha dunque avanzato la richiesta di inserire Fontana d’Arrigo nell’elenco regionale dei siti contaminati che beneficiano di fondi dedicati per la bonifica. Nel frattempo, Arpa e Ats continuano a monitorare la «salute» dell’acqua. La discarica di rifiuti pericolosi - smaltiti abusivamente a più riprese tra gli anni Settanta e Ottanta - è stata scoperta proprio in seguito ad un innalzamento anomalo dei valori dell’arsenico. Fino ad ora l’acqua ha sempre superato il test di potabilità. La sorveglianza resta alta: nell’area inquinata è stata posizionata una rete di piezometri - quattro installati proprio dal Comune, due a monte e due a valle della zona interessata - e sono stati effettuati campionamenti che verranno ripetuti anche nei prossimi mesi. In parallelo, l’Amministrazione comunale sta portando avanti l’iter per il piano di caratterizzazione (ovvero il censimento degli inquinanti), che richiede un investimento di 50 mila euro e che delineerà l’intervento di bonifica. «LA MESSA in sicurezza ha dei costi elevatissimi - ammette il sindaco Cristina Almici -. L’inserimento della Fontana d’Arrigo tra i siti inquinati della Regione sarebbe una boccata d’ossigeno, in vista di un intervento che comunque siamo decisi a portare a buon fine per poter eliminare definitivamente questo problema, emerso in seguito allo scorretto smaltimento di rifiuti avvenuto tra gli anni Settanta e Ottanta proprio ai confini del territorio di Bagnolo». La contaminazione dell’ex fontanile è tra l’altro molto più estesa del previsto. Nella parte terminale del bacino è stato scoperto un altro cimitero di rifiuti: si tratta di un’enclave di circa 400 metri di lunghezza, molto più stretta e meno profonda della prima discarica abusiva, dove sono seppelliti rifiuti solidi urbani e speciali con presenza di fluidi oleosi e fluff. Materiale teoricamente meno pericoloso dei residui di lavorazione industriale trovati nell’area centrale del fontanile. •

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