Fiamme e fumo nero Ore di paura in cascina

di M.MA.
Lo smassamento del foraggio bruciato a Urago d’Oglio
Lo smassamento del foraggio bruciato a Urago d’Oglio
Lo smassamento del foraggio bruciato a Urago d’Oglio
Lo smassamento del foraggio bruciato a Urago d’Oglio

Fortunatamente non si registrano feriti, e anche il bestiame ne è uscito illeso, ma il rogo scoppiato ieri a Urago d’Oglio, in un’azienda agricola a Nord dell’abitato, è stato pauroso, e soltanto grazie alla tempestività dei soccorsi non è andata distrutta un’intera abitazione. L’incendio si è propagato verso mezzogiorno nella cascina San Biagio della famiglia Donadio. È stato causato probabilmente dall’eccessivo calore del foraggio che, non adeguatamente essiccato, è entrato in fermentazione. A individuarlo è stato un membro della famiglia che ha immediatamente allertato i vigili del fuoco. Le fiamme si sono diffuse in pochi istanti con una forza paurosa in un portico a due campate utilizzato per lo stoccaggio delle balle di fieno. L’immobile è attiguo all’abitazione della famiglia, che si è salvata davvero per poco. LA CASCINA San Biagio è stata raggiunta dai vigili del fuoco di Chiari e di Brescia, con due autopompe e una autobotte rimaste in servizio fino al tardo pomeriggio per contrastare la ripartenza dell’incendio da eventuali focolai nascosti nelle tonnellate di foraggio. La colonna di fumo che si è levata dall’azienda agricola era visibile a chilometri di distanza e ha attirato diversi curiosi, e per ridurre il rischio di intossicazione, i militi hanno provveduto a sistemare alla base del rogo una maxi lancia d’acqua così da evitare l’intervento diretto del personale. Per completare il lavoro di bonifica è stata poi utilizzata una macchina operatrice dei Donadio, con la quale sono stati sparpagliati sull’aia i materiali bruciati. Vista la grande quantità di fumo presente nell’area il «112» ha inviato sul posto, a scopo preventivo, anche un’ambulanza di Rovato soccorso, ma fortunatamente non è stato necessario alcun ricovero. Nessun danno per la stalla, distante una cinquantina di metri dal centro dell’incidente: qui la famiglia alleva circa 160 capi bovini, metà dei quali destinati alla produzione di latte. A fine giornata è iniziata la conta dei danni, ma anche l’accertamento sulla tenuta statica dell’edificio attraversato dal fuoco. •

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